La bellezza è negli occhi di chi contempla

Voci di donna… dall’Ucraina

Voci di donna… dall’Ucraina

Ciao! Sono Alina … una tranquilla ragioniera che abitava con la sua famiglia (io, mio marito e 2 figli) nei pressi di Kiev… una casa in affitto, modesta, ma carina… Tranquilla io, tranquilla la mia vita, fino a poco meno di un anno fa… i primi bombardamenti, la situazione che si faceva sempre più incerta, e allora non abbiamo avuto scelta… mio marito ha accompagnato me e i nostri figli al confine della Polonia, in cerca di fortuna.

La fortuna è arrivata su un autobus per l’Italia, mi ha portato in un posto sconosciuto, ma già amico… ero vicina a Milano, non conoscevo nessun nome degli altri paesi che mano a mano incontravo… fino al luogo della destinazione. Una famiglia. Una famiglia che ne accoglie un’altra.
Dei legami, delle gioie, delle sofferenze, si incrociano ad altri legami, ad altre storie, ad altre perdite.

Siamo stati accolti: i miei figli hanno trovato uno zio e una zia nuovi, io ho trovato un fratello e una sorella. Sapevo che non sarei potuta stare là a lungo, ma mi hanno fatto sentire a casa. Qualche piatto condiviso, qualche spazio di autonomia, lo scorrere del tempo a volte lento e a volte veloce, i sorrisi, le lacrime, i giochi dei bambini, qualche regalo, un aiuto nelle faccende domestiche… ma indietro non si poteva tornare, e non era giusto rimanere troppo a lungo.
Per questo ora vivo in una casa di accoglienza, i miei figli vanno a scuola e io faccio qualche lavoretto saltuario.

La mia vita è incerta (non ho più casa… impossibile pagare l’affitto), non ho più il mio lavoro. Mio marito in Ucraina resiste, cerca di mantenere il lavoro, ci sentiamo tutti i giorni, ci sosteniamo dandoci forza … anche per i miei genitori è dura, loro sono rimasti là, non se la sentivano di partire.

Ho un grande punto di domanda per il mio futuro, per il futuro dei miei cari e della mia Nazione… di certo vorrei che i combattimenti finissero, che la corsa alle armi cessasse… perché nella guerra non ci sono davvero vincitori e vinti, ma c’è, purtroppo, solo una grande fetta di umanità che soffre.

Alina

(Storia liberamente ispirata da uno dei tanti incontri lavorativi che chi scrive ha avuto la fortuna di avere in questi anni)

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