La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il tempo .. all’estero

Il tempo .. all’estero

Ma com’è che il tempo passa sempre cosi velocemente, che ci siano sempre costantemente cose da fare, appuntamenti da rincorrere, occasioni da organizzare? Chi mi conosce sa che gli orologi sono i miei nemici costanti. Così ho deciso di ingraziarmi il tempo dedicandogli questo articolo. Al Tempo con la T maiuscola, anzi, a tre sfaccettature del tempo. 

 
1) il Tempo … liturgico
Abbiamo passato la Quaresima e anche la Pasqua. Non ce ne siamo quasi accorti. Il valore di avere una comunità strutturata qui, nel paesotto delle campagne inglesi dove vivo, è un dono di cui ho imparato ad apprezzare l’importanza da lontano, sentendone la mancanza. In Italia la Quaresima è chiamata Tempo Forte. Ed in effetti ci sono tutta una serie di “rinforzi” alla normale routine: si organizzano ritiri, viene chiamato un predicatore, si cercano momenti di silenzio. Qui assolutamente nulla. Cambia solo il colore liturgico a Messa.
Quindi il tempo scorre, come e’ giusto e normale che sia, non e’ che lo si puo’ fermare. Ma e’ meno consapevole. 

2) Trovare il Tempo … per gli altri
Per le Easter Holidays le scuole chiudono per due settimane a partire dal Venerdì Santo. 
E’ dunque una occasione per andare a fare una vacanza o comunque per passare del tempo insieme alla famiglia. Praticamente tutti gli italiani che conosco che vivono qui approfittano dei bambini a casa da scuola (In UK rischi multe salate per ogni assenza ingiustificata a scuola) per andare a trovare la famiglia, o per farsi raggiungere da genitori e nonni. Ecco quindi che le vacanze diventano occasione preziosa per vedersi e passare del tempo insieme “dal vivo”, senza avere uno schermo davanti e sentirsi in video chiamata.
Stando così le cose, fare una vacanza con il proprio stretto nucleo familiare è una rarità, a volte ci si sente anche un po’ in colpa. Noi quattro, ad esempio, siamo andati pochissime volte in vacanza da soli. Ma quest’anno abbiamo deciso di andare una settimana in Olanda.

I primi a dover essere convinti sono stati i bambini: proprio perchè per loro vacanza è sinonimo di nonni, non ci potevano credere che saremmo andati da soli. Abbiamo prenotato un paio di appartamenti e il tunnel sotto la Manica, che personalmente non avevo mai fatto. E via, all’avventura.
E’ stato molto bello. Siamo anche andati a trovare un paio di amici che attualmente vivono in Olanda: una ex collega di mio marito e un ragazzo che prima viveva nel nostro paesotto inglese. Sono stati gli unici appuntamenti imprescindibili della nostra settimana, il resto poteva cambiare programma, ma non gli incontri con loro. Forse perché l’essere emigrati ci ha portato a dover ricostruire la rete sociale, dunque le relazioni non sono mai scontate e sono fondamentali per vivere bene: come comportarsi nelle emergenze? A chi posso chiedere aiuto? Ma anche, con chi posso trascorrere dei momenti piacevoli e amichevoli? E’ più facile conoscere persone qui, specialmente della stessa nazionalità, perchè si parte già da qualcosa che ci accomuna. Bene o male le esperienze, i ragionamenti, le motivazioni e le problematiche sono abbastanza simili.
 
3) Il Tempo che scorre… e la consapevolezza del cambiamento.
Mentre visitavamo le varie città, mi sono accorta che qualcosa era diverso dalle altre volte in cui ero in versione turista. Avevamo uno stile diverso, i bambini hanno usato il monopattino, che in Italia ho visto poco. Loro capivano i discorsi delle altre persone, sapevano leggere i cartelli in inglese. Il tempo (altra categoria di tempo, quello atmosferico!) non era dei migliori ma ormai siamo abituati e gironzolavamo anche con la pioggia e il vento senza troppi problemi. Sfogliavo la guida inglese, consultavo siti web in italiano. Quando nei musei ci chiedevano da dove venissimo non sapevamo se rispondere dall’Italia o dallo 
UK. Ci sentivamo di più inglesi in vacanza o italiani in vacanza?
Mi son fermata a riflettere e non lo so. Ho perso il senso patriottico? Non credo proprio, anzi, da quando vivo all’estero ho rispolverato tradizioni, ricette, cultura italiana, sono molto fiera del mio passaporto e, come dicevo prima, piu’ consapevole. Ma vivo in Inghilterra da oltre 8 anni, ormai alcune abitudini d’Oltremanica sono diventate le mie.
Non è una domanda semplice per me. Ma forse è giusto così, non ci deve essere una definizione, che, come dice l’etimologia latina della parola stessa, metta dei limiti alle persone.
I migranti sono, siamo, innanzitutto persone in movimento.
Come per ogni persona, la propria identità si evolve, cresce e matura in base alle esperienze, al contesto o semplicemente per il passare del tempo. Pensare di rimanere ancorati al passato e immobili crea radicalismi inutili. Siamo tutti uguali e diversi, a seconda di chi abbiamo di fronte. Se è un altro italiano che vive all’estero, avremo alcune cose in comune. Se è un amico del Paese di origine ne avremo altre. Per capire chi siamo, bisogna entrare in relazione con gli altri. O almeno provarci.
 
Mentre rileggo queste righe mi rendo conto che non ho perso il mio tempo. A volte bisogna fermarsi e fare il punto su quel che abbiamo vissuto. Che si tratti di una vacanza, della Pasqua, o di entrambe le cose. Ci si ferma, si assapora l’attimo passato e ci si prepara a ripartire. 
 
Maria, from UK
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