La bellezza è negli occhi di chi contempla

Martedì della settimana della VII domenica dopo Pentecoste

Martedì della settimana della VII domenica dopo Pentecoste

Lc 9, 46-50

In quel tempo. Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.

Allora il Signore Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.

Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

#umiltà #farsiPiccolo #GesùAlCentro

Oggi Gesù ci dà una bella lezione, come singoli e come comunità, lezione che mi pare ruoti attorno alla parola “umiltà”.
All’inizio del brano i discepoli, anziché cogliere la loro intimità con Gesù come dono prezioso, si trovano a discutere su come questa relazione possa renderli “uno più grande dell’altro”: stanno mettendo al centro loro stessi anziché Gesù!

Il maestro, che legge i loro cuori, è così costretto a intervenire: mette al centro un bambino.
Vuole ricordare loro che “grande” è chi sa farsi piccolo, chi sa abbassarsi a servire, chi sa mettere da parte se stesso, chi sa accogliere senza pregiudizi.
Mettendo al centro un bambino Gesù ci ricorda che se mettiamo noi al centro al posto di Gesù, non sappiamo davvero accoglierlo.

Ma le parole di Gesù in risposta a Giovanni, che afferma di aver impedito ad alcuni uomini di scacciare i demoni, non ci mettono in guardia solo come singoli, ma anche come comunità. Anche oggi non corriamo solo il rischio che sia il nostro “io” a mettersi al centro perdendo di vista Gesù, ma che l’io venga sostituito da un “noi” che si sente “il meglio”, che crede di possedere la verità, che esclude l’altro e non sa dialogare.
Come è facile dirsi cristiani, ma dimenticarsi che se escludo il piccolo (l’immigrato, il povero, il disabile, chi è di un’altra religione, colui che la pensa in modo diverso …), escludo Cristo.

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