La bellezza è negli occhi di chi contempla

Esplosione galattica dei colori

Esplosione galattica dei colori

Pietro Pinnarò. pittore legnanese, ha stupito: mi ha stupito ancora una volta la sua arte; la sua pittura si è evoluta ancora una volta, si è evoluta in una “esplosione di colori” usando come soggetto il Cosmo.
Esatto! il protagonista è proprio l’universo, noi che pensiamo sia solamente di colore “blu notte”, in verità nasconde una vastità di colori che neanche con tanta fantasia possiamo immaginare.


Se guardo il cielo la luna e le stelle

L’uomo sin dai tempi antichi, dei miti e delle leggende, guardava il cielo in cerca di risposte alle domande essenziali della vita: “Chi siamo? Dove andiamo?”, ma soprattutto guardava il cielo per studiare le stelle e capire il significato dell’infinito.

Ebbene l’artista Pinnarò con i suoi quadri ci fa fare questo passo indietro nel tempo, attraverso i secoli, ed entriamo quasi in punta di piedi nella culla della cultura, dove mito e realtà si fondono e diventano più vivi che mai.
Titani, dei, uomini leggendari (Ulisse, Achille, ecc), uomini di storia (Archimede, Socrate, ecc) sono uniti in un’armonia di colori.
Sono proprio i colori ad essere i veri protagonisti -insieme al Cosmo- che ci aiutano a sviluppare ancora di più i nostri sensi.

Prendiamo ad esempio il quadro dedicato a Gea (dea della terra nella mitologia greca): il marrone usato per raffigurare la terra ci aiuta a sviluppare ancor di più i sensi dell’olfatto e del tatto, come i quadri dedicati alle ninfe della natura, dove i colori usati sono pieni di profumi degli alberi e dei fiori, dove le nostre mani e i nostri piedi hanno la sensazione di toccare l’erba e di essere bagnati dall’acqua, dove il vento ci trasporta in mille altri luoghi e terre lontane.

Pinnarò ci fa comprendere ancora più che mai che la pittura -come la natura- è viva, se sappiamo ascoltare i colori, come nei tempi antichi ascoltavamo il cielo, e sentiremmo il respiro non solo dei colori, non solo della terra, ma dell’intero Cosmo, perché anche lui, essendo vivo, inspira duro e respira morbido.

Federico

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