La bellezza è negli occhi di chi contempla

Domenica delle Palme

Domenica delle Palme

Gv 12, 12-16

In quel tempo. La grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
«Osanna! 
Benedetto colui che viene nel nome del Signore, 
il re d’Israele!».
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non temere, figlia di Sion! 
Ecco il tuo re viene, 
seduto sopra un puledro d’asina.
I suoi discepoli al momento non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

#ingressotrionfale #passaggio #scelte #accogliere(Gesù) #personevere

Questo Vangelo accompagna la maggior parte di noi e delle nostre celebrazioni, in cui secondo la tradizione la Messa viene preceduta da una breve processione, che ricorda proprio l’ingresso di Gesù a Gerusalemme; lo si fa con i rami di ulivo, che poi verranno benedetti e portati a casa.

In questi giorni colpisce la mia mente questo ingresso trionfale, mi immagino proprio la scena di Gesù osannato dalla folla. Lui entrava con i suoi discepoli e probabilmente con molti altri per celebrare la loro Pesach (Pasqua), un passaggio, allora un ricordo dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà nella terra promessa.

Anche Gesù deve compiere il suo passaggio: dall’esaltazione alla solitudine, al rifiuto, alla condanna: un passaggio capovolto. Ma deve attraversare anche Lui la fatica della fedeltà a Dio che passa dal coraggio della scelta che comporta il non essere compreso, seguito, amato. Forse è il suo ingresso nella crudeltà o semplicemente nella realtà infedele e incostante dell’umanità. Già da tempo alcuni lo avevano abbandonato, perchè la sua scelta di vita era esigente e poco comprensibile, qualcun’altro aveva già deciso di eliminarlo.

Qui, però, Gesù sembra godersi questi attimi di festa, mista a confusione, gioia, grida: è bello quando siamo accolti calorosamente, apprezzati, riconosciuti, stimati. Però cosa si aspettava quella folla da Gesù? Gli altri cosa si aspettano da noi? è una gioia sincera, un abbraccio reale, una stima vera?

Mi viene da pensare ai vari “ingressi” quotidiani che ciascuno di noi compie: entrando in ufficio o nell’aula scolastica, sul pullman o sui mezzi, al supermercato, a casa al ritorno dopo una giornata stancante….. Cosa ci aspetta?  Non sempre pretendiamo un tappeto rosso o la festa…. e noi come ci apprestiamo ad iniziare ogni pezzo di giornata? con un sorriso o il broncio, ben disposti o già arrabbiati?

Dopo la serata di ieri sera con la testimonianza di giovani migranti minorenni, accolti da Caritas e U.c.a.p.te (unaCasaAnchePerTe) anche in luoghi confiscati alle mafie, non oso immaginare come sia stato terribile il loro ingresso in Italia..

Credo che Gesù fosse ben consapevole di cosa sarebbe successo durante quella pasqua per Lui a Gerusalemme….(e oggi sceglierebbe di stare accanto a loro nel viaggio..)

Allora questo brano oggi ci invita a fermarci sulle nostre scelte, se siamo capaci di portarle fino in fondo, anche se incompresi o se ci lasciano da soli; ci fa chiedere come accogliamo Gesù nelle nostre vite, se siamo pronti ad accogliere una persona che entra nella nostra giornata, da un familiare ad un amico a qualcuno che bussa alla porta o ci chiede di prendere un caffè insieme, o chi ci chiede di pregare per una difficoltà che sta vivendo, o uno straniero che chiede uno sgaurdo umano e comprensivo…

Signore, Tu che ti sei fatto piccolo accettando gli umori volubili della folla, ma non hai voluto male ai tuoi amici e discepoli anche se ti hanno lasciato solo, aiuta anche noi a restare fedeli alle piccole/grandi scelte quotidiane. Aiutaci ad entrare nella “settimana autentica”, cioè a compiere il nostro passaggio per diventare anche quest’anno persone vere, non opportuniste, non volubili, accoglienti e comprensive.

 

Ultimo promemoria: l’ulivo benedetto portato a casa ci ricordi di pregare davvero per la Pace, non solo nella Terra Santa!

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