La bellezza è negli occhi di chi contempla

Sabato della III settimana di quaresima

Sabato della III settimana di quaresima

Marco 6, 6b-13

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

 

Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.

 

E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.

 

 

E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».

 

 

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

 

“I cristiani diventano muti quando devono parlare dell’essenziale. Quando si chiede: ”Ma in sostanza che cosa avete da dire voi cristiani alla gente di questo tempo? Che cosa dite di cristiano ai vostri colleghi di lavoro, ai vostri compagni di scuola, ai vostri vicini di casa?”, allora c’è il rischio che siamo cristiani muti.

Questi nostri giovani hanno scelto una pagina di Vangelo per rispondere e aiutarci a rispondere a questa domanda. Che cosa abbiamo da dire? Nient’altro che questo: abbiamo trovato il Messia. Diventano diaconi per collaborare con il Vescovo nel dire questa parola che è annuncio e insieme esperienza, rivelazione e insieme irradiazione della gioia. Abbiamo trovato il Messia, abbiamo trovato Gesù.

Una parola per la Chiesa stanca: non c’è niente in più, niente di nuovo da fare, solo camminare nell’amore. Una parola per i battezzati vecchi: camminate in una vita nuova, nel vivere come Gesù, servi gi uni degli altri.

Una parola per i cristiani muti: abbiamo una parola da dire, abbiamo trovato il Messia, abbiamo trovato Gesù.”

(tratto dell’omelia dell’Arcivescovo Mario Delpini per le ordinazioni Diaconali 2020)

 

Preghiera del buon umore

Dammi o Signore, una buona digestione ed anche qualcosa da digerire.

Dammi la salute del corpo,

col buonumore necessario per mantenerla. Dammi o Signore, un’anima santa,

che faccia tesoro di quello che è buono e puro, affinché non si spaventi del peccato,

ma trovi alla Tua presenza

la via per rimettere di nuovo le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia,

i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,

e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.

Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia

e possa farne parte anche ad altri.

(Thomas More)

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