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Next Generation EU e PNRR: la nostra “mission”…

Next Generation EU e PNRR: la nostra “mission”…

Abbiamo ormai imparato quanto sia fondamentale prenderci cura del nostro pianeta, del Creato che ci è stato donato. Sicuramente è essenziale che ciascuno di noi faccia la propria parte, ma è anche molto importante che i politici che ci governano mettano i cittadini nelle condizioni di tutelare realmente l’ambiente.

 
In quest’ottica, il Consiglio Europeo ha stanziato importanti fondi a questo scopo. In particolare, nel luglio del 2020 il Consiglio europeo ha approvato un fondo del valore di 750 miliardi di euro al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di COVID-19. Questo fondo è chiamato Next Generation EU (anche detto Recovery Fund) e una parte di questo denaro è stato naturalmente destinato all’Italia.
 
Pertanto, il governo italiano nel 2021 ha definito un piano, detto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il famoso PNRR), ossia un documento che serve ad illustrare alla Commissione Europea come il nostro Paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next Generation EU. La Commissione Europea infatti ha vincolato l’ottenimento dei fondi ad alcune linee guida, e il Governo italiano ha definito il PNRR basandosi su tre assi principali, come indicato dalla EU, ossia: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.
 
Il PNRR raggruppa i progetti di investimento in 16 componenti, a loro volta raggruppate in 6 missioni e tra queste ben 3 missioni sono legate alla salvaguardia dell’ambiente:
– Rivoluzione verde e transizione ecologica;
– Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
– Inclusione e coesione.
 
Ciascuna di queste missioni ha alcuni fondi stanziati dall’EU per realizzare in Italia dei progetti, concreti e reali, che siano a beneficio di tutta la comunità. Ad esempio, la Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – ha l’obiettivo di incentivare la sostenibilità sociale ed economica, con interventi che coinvolgono aree come l’agricoltura, la gestione dei rifiuti, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e la biodiversità del territorio.
Invece la Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile – mira a modernizzare e potenziare la rete ferroviaria (soprattutto nel Sud Italia), ottimizzare e digitalizzare il trasporto aereo, garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale e supportare la mobilità elettrica.
Infine, la Missione 5 – Inclusione e coesione – ha l’obiettivo di sostenere le infrastrutture sociali, rafforzare le politiche attive del lavoro, sostenere l’alternanza scuola-lavoro, l’imprenditoria femminile e le smart city, ivi inclusa l’efficienza energetica delle nostre città.
 
La somma di denaro destinata a queste 3 Missioni supera i 100 miliardi di euro, una cifra davvero alta.
Ma cosa c’entra tutto questo col nostro essere cristiani? Sarà un caso, o forse no, che le linee sulle quali il PNRR è stato costruito si chiamano proprio “missioni”. Sicuramente è fondamentale che i Governi mettano i cittadini italiani, ed europei, nelle condizioni di prendersi cura dell’ambiente, ma noi in quanto cristiani non possiamo nasconderci dietro a scuse ed esimerci dal fare la nostra parte, facendola divenire anche la nostra “missione”. 
 
Francesca
 
 
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