La bellezza è negli occhi di chi contempla

Lunedì della IV settimana di Avvento

Lunedì della IV settimana di Avvento

Mt 19, 16-22

In quel tempo. Un tale si avvicinò e disse al Signore Gesù: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».

 

 

Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?».

 

 

Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

#nonSuff #lasciareTutto? #ilNostroIO #umiltà

Il tale di cui si parla si preoccupa di avere la vita eterna e in effetti sembra proprio sulla strada giusta perché osserva tutti i comandamenti. Eppure sente il bisogno di chiedere a Gesù cos’altro può fare per ottenerla, come se dentro di lui sentisse che i suoi buoni propositi e il suo retto comportamento non sono ancora sufficienti per guadagnarsi il regno di Dio.

Ma se il giovane ricco se ne va triste perché non vuole rinunciare alle sue ricchezze materiali, a noi cosa può comunicare l’invito di Gesù a lasciare tutto per seguirlo?
Anche se non abbiamo grandi ricchezze materiali possediamo un bene per noi molto prezioso: il nostro “io”.
Possiamo essere in grado di osservare diligentemente tutti i comandamenti, di essere generosi con il prossimo, di partecipare sempre alle messe, di essere attivi in parrocchia, ma se qualcuno scalfisce il nostro orgoglio e il nostro amor proprio, per esempio con qualche offesa o parola di troppo, difficilmente si riesce subito a “digerire” e ad abbandonare il proprio orgoglio.

Gesù vuole che noi siamo perfetti come lo è stato lui su questa terra, che lo imitiamo in tutto, anche nell’umiltà di sapersi appunto “spogliare” del proprio “io”.

Guidami nella tua verità
E fammi tuo discepolo, Signore,
Perché tu sei il mio Dio
E in te sempre ho sperato.
(dalla liturgia del giorno)

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