La bellezza è negli occhi di chi contempla

La Cop28 di Dubai

La Cop28 di Dubai

In questi giorni abbiamo tutti sentito nominare su TV, giornali, radio e internet la Cop28, ma di cosa si tratta esattamente?

 La Cop28 è la Conferenza delle Parti, dove le “parti” sono i 197 firmatari della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), un trattato del 1994. E quest’anno siamo arrivati al 28° incontro delle parti, ecco perché Cop28. Nel 2015 alla Conferenza sul clima di Parigi fu stabilito che dal 2023, e poi ogni 5 anni, i Paesi avrebbero dovuto produrre un documento di verifica sulle politiche messe in atto per rispettare gli impegni presi per contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi e non solo.
Pertanto, i quasi 200 Paesi riuniti a Dubai negli Emirati Arabi Uniti sono stati chiamati ad approvare per consenso il “Global stocktake”, ossia il bilancio degli impegni presi a tutela dell’ambiente. Durante queste contrattazioni, durate oltre due settimane, in una delle prime bozze del documento da approvare si parlava di “phase out”, ossia uscita, dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questo però aveva destato il malcontento dei Paesi OPEC, ossia i maggiori Paesi produttori di petrolio al mondo. Così, oltre il termine previsto della conferenza, si è resa necessaria un’ulteriore mediazione, che è stata approvata senza un vero e proprio voto.
 
Il testo conclusivo, che è stato accolto da un lungo applauso dei partecipanti, è il primo della Conferenza delle parti che contiene esplicitamente l’espressione “combustibili fossili” e proprio per questo è stato accolto con l’applauso. Nel testo i 197 Paesi, più la rappresentanza dell’Unione europea, si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra tramite la formula “transition away”, ossia si impegnano a transitare fuori dai combustibili fossili gradualmente e accelerare questa azione «in questo decennio cruciale al fine di raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050».
 
Questo è quindi un compromesso, ma vuole essere un tentativo di affrontare il futuro di tutti i combustibili fossili, petrolio, gas e carbone, a favore delle energie rinnovabili, quali tra i principali solare, eolico, idroelettrico, geotermico. Ancora, nel documento è previsto di premere l’acceleratore sulle tecnologie a zero e a basse emissioni, tecnologie di abbattimento e rimozione degli inquinanti, e incrementare l’efficienza energetica in tutti i settori. Tra gli impegni c’è anche quello di ridurre le emissioni prodotte dal trasporto stradale, con la realizzazione di nuove infrastrutture e la diffusione di veicoli a zero e a basse emissioni.
 
Sicuramente la strada per un futuro più “pulito” ed equo – perché spesso le due parole vanno a braccetto- è ancora lunga e complessa, ma questo è un passo importante. Tutti ci chiediamo se siamo ancora in tempo e se i Paesi membri rispetteranno gli impegni presi, ma per camminare bisogna innanzitutto impegnarsi a fare il primo passo.
 
E noi cosa possiamo fare? Come sempre, anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte, intraprendendo un passo ogni giorno, nel nostro piccolo. Può essere usare la bicicletta o i mezzi pubblici anziché l’auto, scegliere prodotti alimentari locali e di stagione, non sprecare acqua e luce, o… insomma, ognuno può scegliere quale piccolo gesto compiere per tutelare il Creato che ci è stato donato! 
 
Francesca
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