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La barricata anti-plastica

La barricata anti-plastica

Ocean Cleanup è un’organizzazione non-profit fondata a Delft nel 2013 da Boyan Slat, che sviluppa tecnologie per la riduzione dell’inquinamento da plastica negli oceani, specialmente nei cinque maggiori punti di accumulo. Il più famoso di questi è Great Pacific Garbage Patch, situata tra le Hawaii e la California, dove le correnti intrappolano in un vortice una quantità di rifiuti plastici pari a oltre 100.000 tonnellate. 

Per mezzo di un ingegnoso sistema di cattura chiamato System 03, il team di Ocean Cleanup è stato in grado di rimuovere ad oggi centinaia di tonnellate ma, con il continuo miglioramento delle tecnologie impiegate, ambiscono a rimuovere il 90% delle plastiche galleggianti entro il 2040. Tuttavia, questa tecnologia, per quanto efficace, potrebbe non essere sufficiente a porre rimedio al problema. Come succederebbe se la velocità con cui i rifiuti si accumulano fosse maggiore alla velocità con la quale vengono rimossi?  

Per questo motivo System 03 non è l’unica arma di cui Ocean Cleanup dispone. 

I rifiuti plastici presenti negli oceani derivano per l’80% dalla terraferma e il vettori principali che trasportano i rifiuti dalla terra al mare sono i fiumi. Occorre quindi agire ‘a monte’ per risolvere il problema e bloccare il flusso di plastica che raggiunge i vortici oceanici.  Ben l’80% dell’inquinamento fluviale è attributo a soli 1000 fiumi, mentre il restante 20% è suddiviso tra oltre 30.000 fiumi.

Poiché ogni fiume ha caratteristiche differenti, l’organizzazione ha realizzato diversi sistemi per sbarrare la strada ai rifiuti plastici, chiamati Interceptors.

L’ultima tecnologia aggiunta è l’Interceptor Barricade (o 006) ed è stato testato per la prima volta in Guatemala nel 2023, per fermare lo tsunami di rifiuti che dal Rio Las Vacas confluisce nel Rio Motagua e poi nel Mar dei Caraibi. Si tratta di uno snodo importante per la dispersione delle plastiche in mare.

Per giungere a questa tecnologia, però, il team ha dovuto affrontare anche dei fallimenti. Nel 2022, infatti, era già stato fatto un tentativo con una precedente tecnologia (Interceptor Trashfence), una recinzione che è stata in grado di bloccare l’avanzata di rifiuti in un primo momento, ma che poi ha ceduto sotto il peso degli stessi e dell’acqua. Il problema è stato causato da una composizione inattesa del rifiuto, che ha bloccato il flusso d’acqua e portato la stessa a erodere e sradicare la barriera dalle fondamenta.

Il nuovo Interceptor Barricade è stato testato in un punto diverso del fiume, in cui la corrente scorre meno intensamente. Sono stati costruite due barriere, una più a monte e una più a valle, per aumentare l’efficienza di cattura. I due bracci sono ancorati questa volta alla terraferma, e con una struttura più robusta, in modo da non essere intaccati dall’acqua. Questi inoltre sono stati resi più flessibili in modo da essere adattati in base ai dati raccolti (spostamento, variazione tensione, regolazione maglia di cattura).

Dalle ultime notizie di Ocean Cleanup di luglio 2023, oltre 1000 camion hanno portato via i rifiuti raccolti da Rio Las Vacas. 

Questo è un esempio di come la volontà, unita ad un sapiente utilizzo della tecnologia, possa porre rimedio a delle problematiche apparentemente senza soluzione. 

Seguite il team di Ocean Cleanup sui social per gli aggiornamenti e sul sito web per conoscere nel dettaglio il loro impegno. 

 

Matteo D.

 

Immagine proposta dal Movimento Laudato Si’: 

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