La bellezza è negli occhi di chi contempla

Costruire ponti: la sfida di migranti e italiani

Costruire ponti: la sfida di migranti e italiani

LA REALTÀ E LE SFIDE A CASTEL VOLTURNO

E’ difficile descrivere in poche parole la complessità della storia e della realtà del territorio di Castel Volturno, in provincia di Caserta. Negli ultimi 50 anni i cambiamenti sono stati enormi, passando da uno sviluppo turistico ed edilizio straordinario all’ insegna dell’ illegalità e di una cementificazione da record negli anni 60, all’arrivo di tante persone da altri luoghi della Campania (terremoti e bradisismo degli anni 80 a Napoli, Irpinia e Pozzuoli), alla presenza numerosissima di stranieri soprattutto dell’ Africa subsahariana (in particolare Nigeria e Ghana) e da paesi dell’ est (Ucraina e Polonia) dagli anni 90. E soprattutto l’ onnipresenza della camorra e malavita organizzata, prima solo locale e poi anche mafia nigeriana che sono presenti dove c’ è occasione di grandi affari: tratta delle persone, gestione della prostituzione, caporalato, spaccio di droga, appalti edilizi, smaltimento di rifiuti etc..

Il degrado ambientale non ha risparmiato nulla: aria, fiume, mare, natura, pineta, terreni, strade, abitazioni. Castel Volturno nell’ immaginario di tanti italiani è stato ridotto a un paese con montagne di rifiuti per le strade, prostitute lungo la Domitiana, case diroccate e abusive, tanti Africani sul territorio, facilità di reperimento della droga e tanto altro. I mezzi di comunicazione sociale (tv, radio, giornali, riviste e social network) sono spesso tendenziosi e manipolatori soprattutto a scopi politici o economici, incapaci o non interessati a sottolineare le eccellenze e gli sforzi di tante persone e comunità che lottano per migliorare le cose belle che pure ci sono. Molti progressi sono stati fatti su vari fronti anche se nello smaltimento dei rifiuti Castel Volturno rimane tra gli ultimi comuni della provincia di Caserta per la raccolta differenziata (dati del 2018: 35 %). Purtroppo aumentano i roghi tossici all’aperto sul territorio e non è stato fatto quasi nulla per rimuovere e/o bonificare le milioni di tonnellate di rifiuti tossici sepolti nel territorio infestato del Casertano e alto Napoletano, la cosidetta Terra dei Fuochi. Il rischio di cancro e tumori è altissimo in queste zone e non c’è famiglia che non abbia avuto o ha qualcuno di loro con questa malattia. Questa zona della Campania ha un tasso maggiore del 20% di rischio di tumori rispetto a tutta la regione e quindi anche del Paese intero.

Castel Volturno, il piccolo paese di contadini ed allevatori di bufale Castellani è diventato in fretta e disordinatamente una cittadina di circa 40.000 ab, e alle persone di origine italiana (20.000) se ne sono aggiunte molte di origine straniera, appartenenti a 78 etnie. (5000 con permesso di soggiorno regolare e da 10-15.000 senza permesso, o con permesso scaduto o nel processo di rinnovarlo). In effetti da molti anni la nostra realtà è caratterizzata da una marcata multietnicità e multiculturalità.
La facilità di trovare alloggio in una casa in pessime condizioni e spesso abusiva, (praticamente la maggioranza delle costruzioni non ha avuto alcuna manutenzione per anni) e la possibilità di sopravvivere nell’ illegalità, sono ancora fattori che attirano tanti migranti.
Inoltre le politiche restrittive e repressive degli ultimi anni continuano ad alimentare gli arrivi.

La cittadina si affaccia sul mare stendendosi per 27 km sul litorale ed ha una superficie di 72 Km quadrati. Una stupenda pineta mediterranea si stende x 10 km tra il mare Tirreno, la spiaggia e la vecchia strada romana Domitiana. Oltre all’ antico borgo del centro storico, si è sviluppato in centinaia di viali che vanno dalla strada principale alla spiaggia. Con queste caratteristiche il territorio è difficile da governare e da gestire, per i servizi di cui la popolazione ha bisogno e per le poche forze di sicurezza che sono davvero irrisorie per una presenza così massiccia e complessa.
Le amministrazioni comunali hanno cercato di fare qualcosa, ma sono state caratterizzate da incompetenza, inefficacia, mancanza di personale e infrastrutture, dissesto economico e anche molta corruzione. Il comune è stato commissariato per ben tre volte, dagli anni 90 al 2012 per collusione e infiltrazione di camorra in atti dell’amministrazione. D’ altra parte amministrare questo comune rappresenta una enorme sfida per chiunque, al di là dell’appartenenza politica, perché tante criticità si sono accumulate negli anni e mai risolte.

Molti stranieri, soprattutto africani, si sono stabiliti qui da decenni. I loro figli stanno crescendo qui e sono pienamente inseriti nei percorsi scolastici; questi ragazzi e giovani sono italiani di fatto anche se non lo sono per la legge. I disagi per la comunità degli immigrati continuano ad essere innumerevoli, ma derivano principalmente dalla difficoltà a regolarizzare i documenti e trovare un lavoro stabile che permetta una vita dignitosa e più regolare. Questa seconda difficoltà è condivisa anche da buona parte della comunità italiana, soprattutto per i giovani.

La molteplicità e la pluralità caratterizza naturalmente anche la sfera religiosa. Oltre alla nostra parrocchia con titolo “Ad Personam”, cioè non territoriale geografica e per gli immigrati, ci sono altre tre parrocchie, due moschee e una quarantina circa di chiese pentecostali.

LA NOSTRA PRESENZA
Castel Volturno è stato e continuerà ad essere un luogo significativo di presenza comboniana.
La missione comboniana e della Chiesa in Italia e in Europa deve interessarsi sempre di più di queste realtà e annunciare il Vangelo con coraggio e audacia alla gente delle periferie esistenziali e geografiche. La missione è globale ed è sempre più una missione di ritorno verso il Nord del mondo.

Il piano sessennale della Provincia Comboniana Italiana al n. 32.4 ribadisce con forza che: “L’ impegno nell’ambito delle migrazioni è di ogni comunità. La provincia
mantiene però Castel Volturno e l’ACSE Roma per servizi più qualificati e specifici “.
Anche l’acquisto e la ristrutturazione della nostra casa nell’ estate del 2017 riafferma questa intenzione a rimanere sul territorio in maniera sempre più qualificata e con una visione che possa coinvolgere meglio e con grande spirito missionario la diocesi, il clero locale, i cittadini italiani e soprattutto i migranti stessi di varie nazionalità.

La Diocesi di Capua fin dagli anni 80 si è interessata a questo territorio, proprio perché’ la presenza di stranieri, soprattutto lavoratori nel settore agricolo e costruzioni, era già molto numerosa e i disagi e le sofferenze erano tante. Mons Luigi Diligenza, il 1 Gennaio 1988 eresse profeticamente la Parrocchia Ad Personam di S. Maria dell’ Aiuto, presso il Centro Fernandes della Caritas di Capua, “allo scopo di provvedere alla cura spirituale e pastorale degli Immgrati presenti nell’ Arcidiocesi”. Ma non aveva nessun sacerdote diocesano assegnato per questo ministero speciale e particolare per questa area.

Nella seconda metà degli anni 90 non si parlava ancora di missione in Europa. L’ Europa era considerata ancora terra di animazione e formazione missionaria mentre il Sud del mondo era considerato ancora il luogo geografico della missione. Ma già un nuovo modo di comprendere la missione, l’evangelizzazione e il carisma si stava aprendo strada nella Chiesa e nell’ Istituto.
Il magistero della Chiesa e le conclusioni dei nostri capitoli generali rispecchiano questa riflessione. Il mondo e l’Africa in particolare era arrivato qui. P. Giorgio Poletti che risiedeva a Casavatore visitò Castel Volturno e la riconobbe come luogo-sfida per i Comboniani.

Il primo gennaio del 1997 mons. Diligenza nominò P. Giorgio Poletti primo parroco di questa parrocchia. Poco dopo lo raggiunse P. Franco Nascimbene e cominciò così la presenza di una comunità comboniana. Da allora si sono susseguiti diversi confratelli e ciascuno ha portato la sua sensibilità e il suo impegno, cercando di essere fedeli alla missione che la Provincia ha affidato loro e che il nostro carisma richiedeva.

Non sono mancati momenti di conflitto con chi dirigeva il centro Fernandes e con la chiesa locale, ed anche personalismi sterili, ma poco a poco le cose si sono chiarite. Molte incomprensioni sono state superate, la comunicazione e la collaborazione sono migliorate e cerchiamo di operare e collaborare in modo positivo. Dal 2018, P. Antonio Guarino aveva assunto la responsabilità della prima accoglienza dei migranti del Centro Fernandes ma sempre in coordinamento con il direttore del Centro. Poi la pandemia del 2020 e altre ragioni ha fatto in modo che non ci fosse più un’accoglienza continua dovuta ai continui lock down del governo e quindi anche del centro stesso.

La dimensione sociale insieme all’ evangelizzazione e alla cura spirituale e pastorale è sempre stata presente. Prova di questo è la fondazione sin dal 2001 dell’Associazione Black and White, che ininterrottamente ha portato avanti diverse iniziative: dall’ asilo nido per bambini di mamme africane lavoratrici al doposcuola per tutti i ragazzi, italiani e stranieri, fino alla promozione della donna in vari ambiti, la scuola di italiano e altre iniziative.

Attualmente l’associazione opera in un quartiere molto emarginato e decentrato conosciuto come Destra Volturno dove la popolazione è più del 50% africana.
Anche la relazione con il clero locale sia nella Forania del Basso Volturno, sia con il presbiterio della diocesi, sia con il vescovo è serena e costruttiva.

Moltissimi ci stimano e apprezzano e cercano la nostra collaborazione in vari ambiti.

 

Padre Daniele (I parte del racconto….to be continued)

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