La bellezza è negli occhi di chi contempla

VII domenica dopo Pentecoste

VII domenica dopo Pentecoste

Gv 6, 59-69
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?

 

 

È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono».

 

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo
avrebbe tradito. E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è
concesso dal Padre mio».
Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

 

Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». Gli rispose Simon Pietro:
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

La domandaDa chi andremo?” ha un senso forte e significativo nel momento in cui si è nella fatica di una prova, di una malattia inarrestabile, nella perdita di una persona cara, nella mancanza di speranza: quale via d’uscita riesco ad intravvedere? La mia fede è un rifugio ed un fondamento buono per sollevarmi dall’angoscia?

Un esercizio utile è rileggere la propria vita con questi occhi per scoprire e riconoscere tutte le volte in cui il Signore mi è stato vicino nelle diverse situazioni difficili, laddove si è innalzata una preghiera che indichi la mia relazione con Lui, ma anche un vero e proprio ringraziamento.

Alla luce del mio essere in Lui, non c’è un altrove per me .. nonostante tutte le mie debolezze, fragilità, dubbi che lui conosce. Perché lui custodisce tutto di me e tutto conduce alla Vita.

Se riesco veramente a dire che ”solo tu hai parole di vita eterna”, allora si accentua in me la consapevolezza che quelle parole mi segnano davvero, mi si stampano dentro, lasciando un segno indelebile e il vuoto dalle parole effimere e superficiali.

 

– Mi pongo al posto di Pietro di fronte a Gesù; che risposta gli do mentre mi chiede: “Forse anche tu vuoi andartene?
– Quali “parole di vita” narrano la mia storia?

Hai spezzato le mie catene.
A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore
(Sal 115)

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