La bellezza è negli occhi di chi contempla

Venerdì della settimana della IV domenica dopo Pentecoste

Venerdì della settimana della IV domenica dopo Pentecoste

Lc 7,25 -31

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.

 

Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

 

Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro.

 

A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli»

“Cosa siete andati a vedere nel deserto?” una persona alla moda con tanti followers? Una canna sbattuta dal tempo? uno che cambia idea ad ogni respiro?

Gesù elogia la figura di Giovanni Battista: è un profeta, un messaggero di Dio, chiamato a preparare la strada a Gesù.
Due stili a confronto, uno che si veste di peli di cammello che mangia locuste e miele selvatico, l’altro che fa banchetti e si autoinvita a casa dei peccatori.
Due modelli diversi che ci invitano alla conversione, a cambiare strada perché il Regno di Dio è vicino.

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto”.
Spettatori o protagonisti? Dio le inventa tutte per noi ma spesso non lo riconosciamo, siamo sempre insoddisfatti e vorremmo essere altrove.
Una delle trappole del nemico è proprio quella di non farci vivere il tempo presente, rintanati nel passato o persi nei progetti futuri.
Occorre guardare con riconciliazione al passato e con fiducia al futuro, rispondendo alla nostra chiamata all’esserci.
C’è un tempo per ogni cosa dice il Quoelet, il resto è vanità della vanità.

Nell’esortazione Christus Vivit, Papa Francesco dice che Gesù è vivo e ti vuole vivo.
Non ci vuole addormentati.
…Che l’estate sia tempo di conversione, tornare a Lui con tutto il cuore.

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