La bellezza è negli occhi di chi contempla

V domenica di Avvento – Il Precursore

V domenica di Avvento – Il Precursore

 Gv 3, 23-32a

In quel tempo. Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.

 

 

Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».

 

Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”.

 

 

Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

 

 

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.

La quinta domenica di avvento è detta “del precursore”, perché il vangelo pone al centro la figura del Battista che indica Gesù come il Cristo, l’atteso che si rende ormai presente, sotto in nostri sensi.

Come precursore, Giovanni è un segno, limitato e anche controverso, di Colui che è il vero volto di Dio e dell’uomo. Ne è segno con il suo stile di vita improntato a sobrietà e giustizia; ne è segno con la parola che sa interpretare il tempo storico, scorgendo il passaggio di Dio e invitando a seguirlo. Soprattutto, ne è segno con la gioia, che è colma e, dunque, incontenibile e contagiosa, quando anche solo sente la voce di Colui che è la sua ragion d’essere. Il precursore è tutto rivolto a Gesù, a far sì che accada l’incontro personale con Lui, per sé e per altri; a far sì che la gioia invada sé e gli altri.

Signore Gesù, nel giorno che ci raduna attorno alla tua mensa, ti chiediamo la grazia di rinnovare il nostro incontro intimo con te e con i fratelli e le sorelle. Ti chiediamo la grazia di essere testimoni della gioia che nasce dall’incontrarti.

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