La bellezza è negli occhi di chi contempla

Un affresco del Battesimo di Cristo

Un affresco del Battesimo di Cristo

Masolino da Panicale

Battesimo di Cristo

1435 circa

Battistero di Castiglione Olona (VA)

Il tempo liturgico dopo l’Epifania inizia con il lunedì dopo il Battesimo di Cristo: questo episodio, rappresentato nei secoli da moltissimi “big” della storia dell’arte (famosissimo il dipinto di Piero della Francesca, ma possiamo ricordare anche le opere di Bellini, Mantegna, del Verrocchio con Leonardo…), in realtà offre l’occasione per un discorso più ampio, che parte dalle parole di Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’”:

“Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea”.

Cosa significa aprirsi allo stupore e alla meraviglia dell’ambiente?

In parte ci è stato insegnato da questo periodo pandemico, in cui siamo stati costretti da restrizioni e “chiusure” a vivere maggiormente il nostro territorio, a percorrere i sentieri delle nostre città e delle nostre campagne invece di cercare mete lontane ed esotiche, a guardare con occhi nuovi tutto quello che ci circonda e che, pochi mesi prima, magari non ci interessava minimamente.

Se ci lasciamo stupire dalla bellezza vicino a casa, saremo più portati a rispettarla e a custodirla.

Partendo dalle riflessioni del Papa, per noi ambrosiani non serve andare agli Uffizi o in altre città d’arte per ammirare una esemplare interpretazione del Battesimo di Cristo, tra gusto tardogotico e inflessioni rinascimentali.

Basta spostarsi pochi chilometri fuori Milano e immergersi nei boschi del Varesotto, lungo le sponde del Fiume Olona, percorrendo parte dell’antica via Francisca del Lucomagno (non esiste solo la via Francigena in Italia!), la strada di epoca romana e longobarda che collegava Costanza con Pavia, passando dalla Svizzera: attraverso una passeggiata che tocca altri suggestivi luoghi di culto (il Monastero di Santa Maria Assunta a Cairate e il Monastero di Torba, nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO) si arriva a Castiglione Olona, antico borgo che D’Annunzio definì un “angolo toscano di Lombardia” grazie alla presenza degli affreschi quattrocenteschi di Masolino da Panicale, voluti dal Cardinal Branda Castiglioni.

E qui arriviamo al Battesimo: l’affresco è la scena principale del battistero, in un rimando suggestivo tra immagine dipinta e funzione del luogo, per cui chi partecipava al rito poteva meditare sulla figura di Cristo, dallo slancio elegante e al tempo stesso monumentale, e immedesimarsi con i personaggi sulla destra, che stanno per ricevere, o hanno appena ricevuto, il battesimo. I personaggi sono in parte di ispirazione classica (l’uomo seduto che si toglie le scarpe si ispira alla statua dello “spinario”) e movimentano la scena, facendo da contraltare all’elegante staticità degli angeli che reggono gli abiti del Cristo, dipinti sulla sinistra. Il tutto incorniciato dal paesaggio brullo del Giordano, con le ondine guizzanti che caratterizzano l’incessante scorrere del fiume.

L’invito per questo nuovo periodo liturgico, che coincide con un nuovo anno – che si spera ci porti sempre più lontani da questa situazione pandemica – è quindi quello di andare alla scoperta dei luoghi di bellezza del nostro territorio, dove poter contemplare “con stupore e meraviglia” sia le opere della natura che quelle create dall’uomo.

Arianna Mascetti

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