La bellezza è negli occhi di chi contempla

ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

Lc 2, 28b-32

In quel tempo. Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

 

 

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace,

 

secondo la tua parola,

 

perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

 

preparata da te davanti a tutti i popoli:

 

luce per rivelarti alle genti

 

e gloria del tuo popolo, Israele».

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Il brano di oggi viene recitato ogni giorno nella liturgia delle ore. Rifletto ora sul fatto che sia il “canto della sera”, come se anche noi al termine di ogni giornata provassimo come Simeone a mettere la nostra quotidianità davanti a Gesù, a leggere le nostre scelte solo a partire dall’accoglienza di quel bambino, che Simeone, infatti, tiene in braccio.

A farmi pensare a ciò è proprio il quadro che vi propongo, che Rembrandt dipinge verso la fine della sua vita, come se anche lui volesse rivedere sé, i suoi affetti, le sue gioie e i suoi dolori davanti a quel Bambino. Come se l’artista invitasse “… ogni fedele a stringere Gesù tra le braccia, a portarlo abbracciato al suo petto per andare dove desidera, pieno di gioia” (Cfr. Origene).

Al tempio aspettavano il Messia, attendevano come ogni giudeo un “grande”, e invece Maria e Giuseppe portano un Bambino fragile e indifeso, che necessita ancora di essere portato in braccio. L’Infinito si fa carne proprio nella finitezza di un neonato, ma “il bimbo” anche in questo Natale ha interpellato le nostre esistenze.

Anche in questo Natale colmo di conflitti, odi, peccato (non a caso Matteo nella genealogia di Gesù ha messo anche diversi peccatori) Gesù viene come “luce” per tutti i popoli. Simeone, i cui occhi sono stanchi e affaticati, riesce a vedere in Lui la speranza che molti, troppo concentrati sul male non sanno vedere.

 

Ecco cosa ci è chiesto oggi: occhi come Simeone, per riconoscere Gesù; braccia aperte per accoglierlo e fargli spazio, togliendo ciò che ci impedisce di aprire braccia e cuore; umiltà per “benedire Dio” che ci ha mostrato in Gesù la sua grandezza, dando senso alla nostra esistenza.

 

SALMO
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 Sal 97 (98)

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