La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Vittore

s. Vittore

Gv 14, 7-14

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».

 

 

Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

 

 

In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

#Padre #amare

Chi ha visto me, ha visto il Padre”. Quando Gesù nell’ultima Cena dice queste cose agli apostoli, questi faticano a capirne il significato, ma dopo la Resurrezione e la Pentecoste capiranno: i gesti, le azioni di Gesù mostravano loro come è il Padre. Gesù aveva compassione, apriva le braccia, aveva gesti affettuosi per tutti.

Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio”: quindi adesso tocca a noi negli ambienti in cui viviamo voler bene a quelli che incontriamo, specialmente i più deboli, abbattere quei muri che dividono le persone, cancellare i pregiudizi che impediscono di conoscere e apprezzare le persone per quello che sono, spenderci almeno un poco per gli altri.
Il senso profondo della vita (non solo per noi cristiani, ma per tutti gli uomini) consiste nell’amore, nell’imparare ad amare nel modo in cui Gesù ci ha mostrato.

Possiamo farlo anche senza chissà quale coraggio, senza sentirci degli eroi, con gesti semplici, quotidiani.
In realtà di gesti eroici ce ne sono stati e ce ne sono ancora.
Tutti ricordiamo santa Gianna Beretta Molla e la sua scelta di dare la vita per la sua ultima figlia.
Pochi anni fa, la scelta simile di Chiara Corbella Petrillo, di cui è in corso la causa di beatificazione.
Ancora più recente la decisione di Azzurra Carnelos di interrompere le cure tumorali per poter dare alla luce il figlio; otto mesi dopo la nascita del figlio lei è morta. E i mariti per amore hanno condiviso le scelte di queste madri.

Hanno scelto l’amore. Un amore che va oltre la morte. Esattamente quello che Gesù ci ha mostrato.

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