La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Teresa Benedetta della Croce (E. Stein)

s. Teresa Benedetta della Croce (E. Stein)

Mt 25, 1-13
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.

 

 

Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

 

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.

 

 

Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e
compratevene”.

 

 

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre
vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

 

 

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

C’è chi, uscendo di casa, vede delle nuvole e pensa: “magari viene a piovere! E’ meglio prendere ombrello e giacca”.
C’è chi, uscendo di casa, vede delle nuvole pensa: “adesso c’è il sole. Non verrà mica a piovere?”. E non prende né ombrello né giacca.
E’ un esempio semplice, ma ci aiuta a delineare due tipi di persone, come quelle di cui parla Gesù nel Vangelo.

Ci sono le persone sagge, o prudenti, che prevedono le situazioni che potrebbero accadere e si attrezzano di conseguenza; ci sono invece le persone che iniziano a cercare una soluzione al problema quando ormai si trovano nell’emergenza.

Ma cos’è la prudenza? Il Catechismo della Chiesa Cattolica la definisce così:
“ La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. La prudenza è la «retta norma dell’azione», scrive san Tommaso sulla scia di Aristotele.

Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta «auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza.”

Le virtù non ci sono state date in modo immutabile e non sono nemmeno dei “tratti del DNA” per cui qualcuno possa dire “ho la prudenza” o “non ce l’ho”. Le virtù crescono con l’allenamento, con l’esercizio; non si può prestare a qualcuno né può essere trasferita.

Ecco perché le vergini sagge non possono dare il loro olio a quelle stolte.
Occorre vigilare sui nostri comportamenti e pregare, chiedere cioè con forza questo dono.

L’abbiamo capito bene in questo ultimo anno che la vita non è nelle nostre mani e che può essere sconvolta da un istante all’altro, senza preavviso.

La prudenza dice di tenere sempre in borsa un ombrellino o un cappello per la pioggia perché può venire a piovere da un momento all’altro. Nella nostra borsa c’è spazio anche per l’olio che alimenta le lampade della nostra fede, che tiene vivo il desiderio dell’incontro con il Signore?

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