La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Pier Damiani

s. Pier Damiani

Mc 10, 35-45

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

 

 

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati.

 

Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

 

 

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni.

 

Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.

 

Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Giacomo e Giovanni sono due tra i discepoli che hanno seguito Gesù fin dall’inizio (insieme a Pietro e Andrea), hanno abbandonato tutto per stare con lui e in qualche modo, essendo tra i più “anziani” della comunità, si sentono di meritare dei posti d’onore al fianco di Gesù.

Eppure, nonostante il lungo percorso che essi hanno fatto al fianco del Signore, questo brano ci mostra quanto essi siano distanti dal suo modo di pensare.

Più che una domanda la loro è una pretesa, fatta da chi ragiona con una logica basata sul merito, sul compenso, sulla carriera, sul prestigio, sul potere; un modo di pensare terribilmente attuale!

Quante volte avanziamo pretese verso i fratelli, perché pensiamo (a torto o a ragione) di averne diritto?
Quante volte avanziamo pretese forse ancora più grandi verso Dio, pensando di avere tutto il diritto di essere esauditi, perché siamo credenti e praticanti?

Gesù chiama a sé tutti e dodici i discepoli e dice loro che, pur sapendo che i governanti delle nazioni applicano una logica di dominio e di oppressione, “tra voi non è così” cioè nella comunità cristiana il governo non può seguire la logica del potere mondano.
Il modo di governare che ha insegnato Gesù è quello basato sul servizio e chi ha più autorità è servo di tutti.

Pensiamo a chi tra noi ha avuto la grazia di avere un cammino di fede più lungo del nostro e che vediamo come un modello da seguire.

Proviamo a domandarci se queste persone hanno avuto più felicità e pienezza grazie a privilegi ottenuti oppure grazie all’essersi spesi nel servizio ai fratelli e sorelle. Potremo così avere una misura di quanto questa Parola è viva e reale nella nostra comunità.

Signore rendici grandi nella forza di amare, nella capacità di perdere, di fare un passo indietro, di servire, offrendo noi stessi.

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