La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giuseppina Bakhita

s. Giuseppina Bakhita

Mc 11, 27-33

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre Gesù camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».

 

 

Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

#autorità #paura #crederedisapere #prontiadascoltare?

Sono giorni un po’ concitati: Gesù é appena entrato a Gerusalemme, ha seccato il fico che non dava frutti, ha scacciato i venditori dal Tempio, insomma diciamo che si é fatto notare,
dalla folla che voleva ascoltarlo e anche da chi non voleva ascoltarlo, anzi, ne é stato infastidito.

E da qui infatti gli chiedono con quale autorità Egli faccia quelle cose, come a guardare all’esteriorità del suo operato e non alla sostanza di ciò che Egli fa.
Avevano paura? Probabilmente si, avevano paura di perdere il loro potere.

Gesù, come sempre, li fa scuotere un po’ dal loro torpore, risponde con un’altra domanda e chiede una risposta.
Ed ecco che i capi dei sacerdoti, scribi e anziani si confrontano tra loro, si fanno le domande e si danno le risposte, credendo di sapere cosa pensa Gesù.

Dietro alla loro domanda c’era solo malignità per ingannarlo e rimarcare l’importanza delle regole e della tradizione o erano aperti all’ascolto della Parola di salvezza?

Quante volte anche a noi capita di fare domande, pensando di avere già la risposta e quindi non ascoltando nemmeno l’altro…
Quante volte pensiamo più alle “cose da rispettare” che al contenuto di un episodio?
Quante volte siamo davvero capaci di ascoltare l’altro senza giudizio, aperti ad accogliere le cose belle che vengono da lui?

E’ curioso come dopo quasi 3 anni di predicazione sacerdoti e scribi non abbiano ancora capito che Gesù è intimamente collegato al Padre, che il Padre ha mandato il Figlio per
Amore, che Egli è venuto per dare completezza alla legge, non per abolirla.
Gesù non risponde agli scribi non perché non sa la risposta, ma perché non sono pronti ad ascoltare!

In questo momento della mia vita com’é il mio cuore? Aperto all’ascolto, al cambiamento, alla sofferenza, alla gioia, o é chiuso in se stesso e tiepido rispetto alla vita?
Mi lascio mettere in crisi dal messaggio di Cristo?

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