La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giovanni de Avila

s. Giovanni de Avila

Giovanni 12, 20-28

In quel tempo. Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si
avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

 

 

Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.

 

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

 

 

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

 

Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».

 

 

Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

#chicco #sacrificio #darePerAvere #logicaDell’Amore #amoreProduceFrutto:GIOIA

Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Queste parole riguardano anzitutto Gesù, che dona la sua vita per noi, e solo così produce frutto.

Sarà stato difficile per quei greci accettare queste parole, così diverse da quelle della loro religione pagana.
Lo è anche per noi, che a volte, senza rendercene conto, cadiamo nella tentazione di pensare un Dio tutto sommato non diverso dagli dèi pagani, che vogliono essere placati dai sacrifici degli uomini .
L’idea che il sacrificio ci fa ottenere qualcosa non mi pare un’idea cristiana: Dio non è l’esattore delle imposte che esige qualcosa da noi per saldare i conti dei peccati commessi. Una logica tipica di una certa economia: devo dare qualcosa per ottenere in cambio qualcosa di altro; se devo fare una spesa grossa, devo rinunciare a molte cose.

Questa non è la logica dell’amore.

In famiglia, tra i coniugi, con i figli, vale solo la logica del dono gratuito. Se uno in famiglia amasse per averne qualcosa in cambio, sarebbe calcolo di interessi: tutto quello che fa gli procurerebbe solo fatica e insoddisfazione e non crescerebbe neppure in umanità. Senza dono gratuito non c’è amore, ci sono solo interesse e tornaconto.

Solo l’amore produce frutto: la gioia di una vita piena, quella donata.

Perché il legame con Dio dovrebbe essere diverso da quello dentro la famiglia? Dio non aspetta i nostri sacrifici, non ne ha bisogno. Siamo noi che abbiamo bisogno di Lui. E Lui ci ama gratuitamente, anche se noi non ne volessimo sapere di Lui.

Forse è meglio uscire dalla logica del sacrificio ed entrare in quella dell’amore, dove niente si sacrifica, ma tutto si dona. E c’è frutto.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: