La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giovanni Crisostomo

s. Giovanni Crisostomo

Lc 17, 3b-6

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».

 

 

Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di
senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

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Vorrei utilizzare per la riflessione sul brano di oggi il commento di Papa Francesco (ottobre 2013):

 

“Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne!
Pensiamo, per esempio, a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Quanta gente tra noi ha questa fede forte, umile e che fa tanto bene“.

Gesù chiedendoci di perdonare il nostro fratello o – come scritto nella prima lettura di oggi (1Pt 3,8-17) – di essere partecipe delle sue gioie e dei suoi dolori, di non rendere male per bene, di trattenere la lingua dal male … ci indica che questa è la realizzazione del suo Regno sulla terra, che il regno è già qui se noi viviamo nello stile di Gesù.

A noi sembra difficilissimo, tanto da chiedere al Signore di “aumentare la nostra fede” spesso vacillante, che non accetta i mali del mondo, le sofferenze di chi ci sta accanto e a cui vogliamo bene, le ingiustizie… Ma lui ci incoraggia dicendoci di non temere, perché basta una fede grande come quella di un granello di senape perché possiamo “rendere ragione della speranza che è in noi”.

Signore, accresci la nostra fede e fa’ che possiamo sempre alimentarla grazie all’ascolto della Tua Parola, all’adorazione dell’Eucaristia, alla preghiera, alla contemplazione, all’esempio di uomini e donne che hanno scelto di mettersi in gioco per te.

Preghiamo

Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per prenderci e correre il mondo in noi,
lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità,
di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte,
alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c’investano, ci invadano.
Fa’ che da essi penetrati come “faville nelle stoppie”,
noi corriamo le strade di città accompagnando l’onda delle folle
contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia.
Perché ne abbiamo veramente abbastanza
di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie:
essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più.
Fa’ esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio.

Madeleine Delbrel

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