La bellezza è negli occhi di chi contempla

S. Alessandro

S. Alessandro

Lc 14, 1-6
Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed
essi stavano a osservarlo.

 

Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.

 

Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di
sabato?». Ma essi tacquero.

 

 

Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.

 

Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?».

 

E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Poche righe racchiudono un serie di provocazioni da parte di Gesù che non possono lasciare indifferenti!

Siamo nel GIORNO DI SABATO, quindi giorno importante, noi useremmo l’espressione “di precetto”, poiché la legge prescrive l’osservanza del sabato come giorno di festa nel quale astenersi da qualsiasi lavoro.

Gesù si reca a PRANZARE DA UN CAPO DEI FARISEI, supera ogni preconcetto e accetta l’invito da parte di un fariseo, esattamente come lo ha accettato altre volte da un pubblicano, non fa differenze di persone, ai suoi occhi valgono tutti in quanto uomini.

DAVANTI A LUI C’E’ UN UOMO MALATO: mi colpisce la precisione riguardo la patologia che lo affligge e il fatto che Gesù rivolge subito a lui la propria attenzione, pur sapendo di essere attanagliato dagli sguardi indagatori dei farisei che “stavano ad osservarlo”.

Ed ecco il colpo di scena: li precede con la sua domanda riguardo al precetto festivo e senza attendere risposta guarisce l’uomo PRENDENDOLO PER MANO. Non solo: con delicatezza, per non farlo assistere ad un imbarazzante
colloquio con i commensali nel quale il riferimento al questo uomo malato sarebbe stato non troppo velato, “LO GUARI’ E LO CONGEDO’.

Ed ecco la stoccata finale: “un figlio o un bue che cadono nel pozzo in giorno di sabato meritano di essere tirati fuori subito?” Due domande ai farisei e due volte scena muta: questi dottori della legge pare abbiano smarrito il senso della legge, perdendo di vista il motivo che ha dato vita alla legge stessa. Questa non deve mai superare la circostanza, il bene va sempre fatto!

Ecco con quanta chiarezza Gesù si pone a superamento della legge, anzi a suo compimento: uno scossone per ciascuno di noi, quando siamo tentati di nasconderci dietro parole, principi, norme, senza fissare lo sguardo sull’amore che le ha generate.

Ancora una volta, ci aiuti il Signore a recuperare la posizione originale del nostro cuore per muoverci verso tutti i nostri fratelli uomini con la tenerezza che Gesù ci ha insegnato.

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