Luca 22, 24-30
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come
colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta atavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E
siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele”.
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Il contesto di questo brano del Vangelo di Luca è l’Ultima Cena. Gesù aveva fatto dei gesti fortissimi davanti ai discepoli, aveva lavato loro i piedi, istituito l’Eucarestia donando sé stesso nel pane e nel vino. Aveva anche appena detto che qualcuno dei suoi più cari amici, uno dei dodici uomini che aveva scelto per camminare al suo fianco lo avrebbe tradito, ma tradito in modo da condurlo alla morte in croce.
I discepoli, però, si perdono nel chiedersi chi sia il più grande tra loro. Gesù li “svolta” subito. Ancora una volta questo brano racconta come il Signore ragiona al contrario delle logiche del mondo.
Egli sta già preparando la “ricompensa” dei discepoli, senza che loro la debbano meritare tentando di essere i migliori. Non è la logica di Dio fare le cose per sé stessi, cercando sempre un tornaconto, ma ci chiede di agire per amore, per il bene, trasformando i nostri gesti in doni.
È difficile vivere così, se lo portiamo nella nostra quotidianità: ad esempio, mi viene da pensare che non è facile fare un passo indietro quando si vorrebbe dire la propria a tutti i costi, solo per dimostrare di avere ragione, lasciare che sia l’altro ad emergere perché ne ha bisogno, gioire con lui, fare il bene per gli altri senza che si abbia un tornaconto e magari senza che nessuno lo sappia. Sembra che questa sia la “logica del perdente” di quello che non ci ha capito nulla di come funziona questo mondo dove l’importante è primeggiare, ma Gesù dice chiaramente quali sono le logiche del Regno di Dio: chi è ultimo sarà primo, chi si fa piccolo sarà grande, chi serve regna.
Ho incontrato nella mia vita persone che ragionano e agiscono così e le ho trovate molto serene e felici perché segno di grandezza è prendersi cura dell’altro, amare, lottare per il bene con l’amore, farsi piccoli, stare in disparte se serve ad “amare meglio”. “Gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm 12, 10)” diceva S. Paolo, forse un po’ come dire, gareggiate per chi ama di più, se tanto volete fare una gara.
Fa’ che impariamo, Signore, da Te,
Che il più grande è chi più sa servire,
Chi s’abbassa e chi si sa piegare,
Perché grande è soltanto l’amore.
(dal canto “Servire è regnare”, Gen Verde)


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