La bellezza è negli occhi di chi contempla

Mercoledì della settimana della I domenica dopo Epifania

Mercoledì della settimana della I domenica dopo Epifania

Marco 1, 21-34
In quel tempo. A Cafàrnao, il Signore Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.

 

 

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

 

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

 

 

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 

E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

 

Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

 

 

Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Gesù si trova in una sinagoga a insegnare e inaspettatamente (“ed ecco”) si mette a gridare un indemoniato. Non è Gesù che lo cerca, ma se lo trova in mezzo a quelli che lo stanno ascoltando e subito lo guarisce.
Poi si reca a casa di Simone e Andrea. Non sapevano che la suocera di Simone fosse a letto con la febbre. Appena gliene parlano, lui le si avvicina e la guarisce. Non ha cercato lui quella donna: se l’è trovata davanti.

Gesù vede il bisogno delle persone che si trova di fronte e le guarisce: non sono solo parole le sue; la sua autorità consiste nella coerenza tra ciò che dice e ciò che fa.
Gesù guarisce tutta la vita di quelle persone, la loro anima e il loro corpo, facendosi loro vicino: “prendendola per mano”. Una vicinanza che si moltiplica per tutti: “tutta la città era riunita … guarì molti”.

Anche noi nelle nostre giornate incontriamo persone alle quali possiamo dare la nostra attenzione, la nostra disponibilità; possiamo fare di quella particolare situazione un’occasione di bene.
Chiediamo al Signore di essere capaci di attenzione, di non essere superficiali nei confronti delle persone che incontriamo, di poter testimoniare coi fatti, non con le parole, il suo amore.

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