La bellezza è negli occhi di chi contempla

Martedì della III settimana di Avvento

Martedì della III settimana di Avvento

Mt 15, 1-9

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono al Signore Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: “Onora il padre e la madre” e inoltre: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».

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Gesù è messo alla prova da coloro che conoscono la scrittura e vogliono trovare qualcosa per metterlo in crisi, ma come spesso accade, Gesù ci sorprende mettendo in luce quanto ci conosce e mette in crisi gli scribi.
Cosa ci insegna questo brano?  Che non dobbiamo seguire le tradizioni?

Non è proprio così, possiamo anche seguire le tradizioni ma dobbiamo essere sempre attenti a capire quali sono le motivazioni delle nostre scelte, del nostro agire.

Quante volte la tradizione, ci lega, ci schiaccia, ci fa prendere vie facili, quante volte il “si é sempre fatto così” viene ritenuto un pilastro a cui riferire le nostre scelte facendoci perdere l’obiettivo del nostro servizio.

In realtà Gesù ci dice che ogni volta che ci troviamo di fronte ad una situazione dovremmo saperla leggere con occhi nuovi, con cuore aperto.. in tutte le realtà della vita, in famiglia, sul lavoro, in comunità, quando si cerca di lavorare per il bene comune.
Dovremmo sempre fermarci, rileggere ciò che capita senza troppo legarci al passato che altrimenti rischia di passare da tradizione a “legge”.
Mi sto accorgendo proprio in questo ultimo periodo quanto sia importante questo “lavoro” su di me, sul gruppo di lavoro che stiamo creando per la nostra parrocchia, sulle realtà delle diverse parrocchie che cerchiamo di far incontrare per lavorare come comunità e non come singoli. 

Quando la tradizione diventa il riferimento con cui interpretare la legge di Dio… ci stiamo perdendo.

Quando il fare prende il  sopravvento sul senso di una celebrazione, di un incontro…ci stiamo perdendo.

Quando ci nascondiamo dietro un gesto facile per sistemare la coscienza…ci stiamo perdendo.

Certo a volte é  difficile fermarsi, chiederci come dobbiamo agire e cambiare se ci accorgiamo che stiamo sbagliando. È difficile come singoli e forse ancor di più quando si lavora in più teste, ma bisogna sempre avere chiaro il nostro obiettivo, avere la capacità di capire quando stiamo andando da una parte che a noi sembra giusta ma che invece ci allontana dal bene che vogliamo fare, dai precetti di Dio. 
E questo lo possiamo fare se ci fermiamo, se non ci facciamo prendere dalla fretta delle cose, se sappiamo prendere un po’ di distanza per guardare da lontano e capire se il criterio che stiamo usando è quello giusto, lo possiamo fare quando alleniamo il nostro cuore a stare vicino a Dio.

 

Quante volte Signore mi allontano da Te, quante volte le mie labbra Ti onorano ma il mio cuore è lontano,

non stancarTi di cercarmi, rendimi capace di guardare ai tuoi insegnamenti sempre, in ogni circostanza della vita, quando sono in difficoltà a dare un senso alle cose, 

quando la fatica si fa sentire, 

quando mi viene voglia di lasciar perdere, 

quando per una questione di semplicità scelgo la strada più facile.

Che questo di Avvento mi aiuti a riscoprirTi e a gustare il tempo in cui riesco a sostare con Te per ripartire con le motivazioni giuste.

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