La bellezza è negli occhi di chi contempla

Lunedì della III settimana di Quaresima

Lunedì della III settimana di Quaresima

Mt 6, 7-15

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

 

 

Voi dunque pregate così:

 

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,

 

venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

 

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

 

e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

 

e non abbandonarci alla tentazione,

 

ma liberaci dal male.

 

 

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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Questo brano ci ricorda che quando preghiamo non serve sprecare parole. Eppure le parole sono lo strumento con cui, ogni giorno, ci mettiamo in relazione gli uni con gli altri.
Spesso l’abitudine – cattiva – di moltiplicare le parole nasce dal fatto che non abbiamo sufficiente conoscenza e non sappiamo come esprimere in modo chiaro il nostro pensiero riguardo ad un
argomento.
Gesù ci invita a purificare il nostro modo di parlare da un esubero di parole, e questo avviene soltanto mettendoci alla scuola della pazienza e dell’umiltà, in modo particolare nel nostro rapporto
con Dio.

Ogni discepolo prega come figlio perché è consapevole di essere amato dal Padre. Non possiamo però chiedere a Dio di soddisfarci in tutto quello che chiediamo, se noi per primi non siamo disposti a offrire agli altri.
Quando Dio parla, non esiste alcuna frattura tra ciò che egli dice e ciò che egli è disposto a fare, come troviamo nel profeta Isaia: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia» (Is 50,10). Ecco come agisce Dio!

Gesù ci dice che dobbiamo invocare la venuta del Regno. Il regno altro non è che la vittoria sul male, sulla divisione, sul disordine e sulla morte: per questo siamo chiamati ad assumersi la nostra
responsabilità, perché il Regno è un dono e nello stesso tempo dobbiamo essere coraggiosi per costruirlo, fiduciosi che Gesù cammina con noi e non ci lascia mai soli.

Preghiamo con le parole del Salmo 33
Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.

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