La bellezza è negli occhi di chi contempla

L’ASILO DELLE QUERCE: CUSTODIRE I TEMPI LUNGHI DEL CREATO

L’ASILO DELLE QUERCE: CUSTODIRE I TEMPI LUNGHI DEL CREATO

Il Tempo del Creato anche quest’anno arriva per la Comunità Pachamama in una stagione, sul finire dell’estate, di rallentamento e ripresa insieme. Rallentano le attività estive che ci hanno visti impegnati nella promozione dell’Ecologia Integrale, dal Weekend di Bellezza agli Eventi di Villa Restelli, riprende la vita quotidiana fatta di lavoro, cura delle piccole cose e delle relazioni fraterne in comunità.

Ci sono tempi “stagionali”, come questi, scanditi dalla ciclicità delle attività umane, e altri tempi che scorrono più lentamente, su una scala più silenziosa e costante. Come i tempi della natura, in particolare delle piante, e in particolare delle piante più longeve, come le querce. È per questo che in un momento in cui non stiamo facendo niente di specifico, vi voglio raccontare di una cosa che in un certo senso facciamo “sempre”, anche se solo ogni tanto.

È dal 2013 che in comunità, oltre ad occuparci delle nostre piante stagionali nell’orto, abbiamo iniziato ad occuparci delle grandi piante che popolano il nostro bosco. Ed è iniziato tutto con l’”asilo delle querce”.

Nel bosco di Villa Restelli a Olgiate Olona vivono numerose varietà botaniche, alcune autoctone e piuttosto diffuse (frassini, carpini, allori), altre ancora più comuni e praticamente infestanti (robinie, aceri campestri), alcune “esotiche”, frutto della lunga storia di cura e sperimentazione botanica legata all’azienda agricola Podere Restelli, come delle interessanti conifere e diverse varietà di bambù. Tra le tante specie spiccano poi delle gigantesche e maestose querce centenarie, soprattutto roveri e roverelle, alte fino a trenta metri, che fanno da volta al piccolo ecosistema del bosco, contribuendo più di ogni altro albero anche alla stabilità del terreno (il bosco è in discesa, lungo il fianco della valle piuttosto ripida verso il fiume Olona).

L’osservazione quotidiana del bosco ha fatto accorgere qualcuno particolarmente attento tra noi, una decina di anni fa, di un fenomeno strano.

C’erano le grandi querce, e spuntavano regolarmente in primavera i germogli di moltissime nuove querce nate dalle ghiande cadute un po’ in tutto l’area boschiva, ma mancavano quasi del tutto le “giovani” querce di taglia media, dal metro in su.

È stato facile capire il perché: il bosco, lasciato andare liberamente e non più controllato e curato come nell’ottocento con una rigorosa selezione delle varietà da far crescere, aveva fatto prevalere negli anni le specie più aggressive e a rapida crescita. Su tutte, da noi, l’acero campestre, che nello spazio di un anno dallo sbocciare dei germogli ha già raggiunto altezze e solidità considerevoli, coprendo tutto lo spazio necessario e soffocando la crescita delle specie più lente come… le querce.

Abbiamo deciso così di dare una mano alle lentissime (ma inesorabili) quercette, iniziando a popolare il nostro “asilo”.

Tutti gli anni, o quasi, a primavera esploriamo il bosco, dopo che le piante appena nate sono germogliate. Individuiamo le piccole querce che sembrano più in salute e le trasferiamo in dei vasetti, portandole in una zona riparata, dove poi ce ne prendiamo cura annaffiandole e assistendo la lentissima crescita dei primi anni. Mano a mano tocca poi trasferire gli alberelli in vasi sempre più grandi, fino a quando a circa 5 anni di età, raggiunto più o meno il metro di altezza, giunge il momento di ripiantarle nel bosco.

Ovviamente anche questo momento non è da sottovalutare, bisogna guardare con attenzione l’intera conformazione dell’area e con un interessante sforzo di immaginazione provare a pensare “come sarà tra 50 anni? e tra 100 anni?” perché piantare troppo vicine tra loro o troppo vicine ad altre piante a crescita lenta, le giovani e fragili querce potrebbe portarle a darsi fastidio e competere inutilmente a vicenda dopo moltissimi anni, e ce ne si accorgerebbe troppo tardi, quando gli alberi saranno oramai grandi e forti, e l’intera vita di chi quel giorno ha scavato una buca e l’ha riempita di abbondante acqua e terra fertile pensando al futuro, sarà passata da tempo. 

Un invito buono per tutti: prendiamoci cura del verde con dolcezza e lungimiranza in questo tempo del creato, con i tempi lunghi e delicati!

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