Come immaginiamo gli apostoli poco prima della discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste? Chiusi in casa, spaventati, incerti e dubbiosi sul loro futuro: “La sera di quel giorno (…) erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per paura dei giudei…” scrive Giovanni.
Il momento è drammatico, così come è carica di tensione anche la raffigurazione della Pentecoste, opera di un artista unico, che fonde nel suo linguaggio l’origine cretese, la formazione veneziana al cospetto di Tiziano e la carriera a Toledo, dove sviluppò uno stile originalissimo tanto da essere considerato precursore di Cézanne e dell’astrattismo: stiamo parlando di Doménikos Theotokópoulos, detto El Greco.
Così Scipione, pittore della prima metà del Novecento che si distinse per l’uso di colori accesi e dal forte impatto espressivo, descrive lo stile del pittore cinquecentesco:
Per noi il Greco è un visionario. Con la sia pittura sconvolge le menti, le chiese si popolano di incubi religiosi (…). Le sue figure sono fantasmi che si concretano con una realtà tattile terribile; le sue figure sono sottili magie perché non finiscono.
La Pentecoste è una grande tela di forma allungata con personaggi a grandezza naturale, conservata al Prado di Madrid e datata agli ultimi anni del Cinquecento, parte di una grande pala oggi smembrata. In uno spazio buio e definito solo da una serie di gradini sui cui si dispongono i personaggi, la colomba dello Spirito illumina dall’alto Maria in trono – posta al centro- e i dodici.
I contrasti cromatici sono forti, i colpi di luce accesi, i colori – per lo più primari – sono stesi a campiture omogenee e poco sfumate: i protagonisti sono abbagliati dalla forza dei raggi, tanto che alcuni uomini posti sulla destra del dipinto sono costretti a coprirsi il volto o perdono l’equilibrio sbilanciandosi all’indietro. Maria è assorta e concentra il suo sguardo verso il cielo; gli apostoli, individuabili grazie alla fiammella sulla testa, si stringono attorno a lei stupiti e abbagliati dalla forza dello Spirito. Uno di essi guarda deciso verso di noi: probabilmente è l’autoritratto del pittore, colui che si fa mediatore tra lo spettatore esterno e l’evento sacro.
La scena ha un forte impatto, i gesti sono marcati, gli sguardi carichi di emozioni: ci troviamo di fronte ad una rappresentazione teatrale e drammatica della scena evangelica e il nostro sguardo è catturato da ogni dettaglio, come se fossimo anche noi presenti lì, nella stessa sala dei protagonisti, abbagliati dalla luce dello Spirito.
Arianna
Pentecoste
Olio su tela
1597 – 1600
Madrid, Museo Nacional del Prado
(Immagine da Wikipedia)
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