La bellezza è negli occhi di chi contempla

IV domenica di Pasqua

IV domenica di Pasqua

Gv 15, 9-17

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

 

 

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

 

 

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

 

Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.

 

Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

 

 

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

 

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

C’è una profonda umanità in queste parole di Gesù e al tempo stesso una forza divina, che l’evangelista Giovanni ha colto nella sua intelligenza e vissuto insieme a Gesù.

Presupposto è ricordare che per Giovanni Dio è Amore.

Il Figlio vive dell’amore del Padre unito nello Spirito. E noi? siamo uniti a Dio attraverso lo stesso Spirito. Incredibile!

E se la verifica la cercassi nel rispetto dei Suoi 10 comandamenti, non mi pare proprio di essere soddisfatta: nella realtà tutti noi siamo peccatori e non una di quelle 10 parole si salva nella nostra società, non una viene universalmente rispettata, soprattutto in queste situazioni drammatiche di guerra.

Mi consola quel “Rimanete nel mio amore” (v.9): è Lui che ci ama. Questo è sicuro! È Lui che mantiene la Parola data! Lui è il Fedele alle promesse. Siamo salvi!

Lui sa che non possiamo corrispondere al Suo Amore, è troppo grande!

(mi viene alla mente il Vangelo romano di domenica scorsa. Gesù si abbassa al livello di Pietro dopo due volte che ripete la stessa domanda ad un livello troppo alto! Gv 21,15-17)

Allora ci chiede di amarci fra noi, nella nostra misura possibile, umana e profondamente sovrumana come è ogni amore, che davvero è mistero grande.

Tutte le volte che nella vita diciamo di amare o voler bene a qualcuno sta accadendo qualcosa di grande che è razionalmente inspiegabile ma gratuitamente e grandiosamente DONO di Dio, a partire dalla relazione uomo-donna, genitore-figlio (oggi è la festa della MAMMA!), fra amici, e oso dire, pure insegnante-alunni.

Lui ci ha scelto per portare frutto! (v.16)

E poi, da ultimo, una frase (v.11 “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”) che chi mi conosce sa che non posso non amare e sintetizzo a modo mio così: TANTA GIOIA!

 

Oggi non aggiungo tante altre parole perché se viviamo nella relazione d’amore con Dio e fra noi, anche la preghiera diventa confidenza e diventano vere anche le parole al v.16: “perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda”.

Proviamo a vivere quel “comando” che Gesù ci affida (v.17): AMIAMOCI GLI UNI GLI ALTRI! Una vera sfida, sempre alta e attuale!

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: