La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste

Giovedì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste

Lc 11, 37-44

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.

 

Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno?

 

 

Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

 

Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle.

 

 

Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.

 

Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».

 #sguardoPuro #cambiareCuore #oltreApparenza 

 

Il percorso che la liturgia ci sta facendo compiere in questi giorni attraverso il cap.11 di Luca passa dall’insegnamento della preghiera come rapporto col Padre ad una serie di scontri verbali con i farisei e la gente comune. Gesù è provocato in continuazione e non perde occasione per ribaltare le posizioni di tutti coloro che hanno impostato la vita all’ombra dei precetti.

La critica che viene mossa al Maestro questa volta riguarda l’osservanza delle abluzioni come condizione per essere puri; abbiamo celebrato in questi giorni la Festa dell’assunzione al cielo della vergine Maria, e durante l’omelia ho colto un’affermazione del mio parroco Don Luca riguardante lo sguardo puro di Gesù, capace di vedere la morte come il sonno del giusto che si sveglia davanti al Dio della misericordia, come vissuto in primis da sua madre, la Vergine Maria.

 E’ il medesimo sguardo puro che va oltre le apparenze e ci invita con insistenza ad imparare a farlo: fermarsi alle convenzioni, che tutti possono vedere, e non cambiare il cuore, che solo noi possiamo sondare veramente, ci smembra, ci divide, ci fa essere falsi e fragili, incapaci di prendere posizione seriamente.

Gesù, ancora una volta, è perentorio nell’invitarci al rispetto della regola senza fermarsi lì!

Mi colpisce la logica dell’affermazione riguardo la purificazione della coppa e del piatto fatta all’esterno, quando esterno ed interno hanno il medesimo creatore; ancora di più, per quanto concerne l’uomo: Dio ci ha costituiti un unicum, anima e corpo, e ci invita a tenere pura l’anima per far risplendere il corpo!

Penso inoltre che questi versetti siano un forte richiamo a superare l’apparenza per dare spazio alla sostanza.

Il nostro tempo è prepotentemente dominato dalla logica dell’apparire, del mettersi in mostra, dell’adottare come modello ciò che luccica maggiormente sulla scena, ora costituita dai social media che invadono ogni piega della nostra vita.

 Tornare alla profondità, a ricostituire il nostro io più profondo e intimo, a coltivare la nostra spiritualità, è la strada per crescere in umanità e, perché no, in santità. Gesù ci vuole così: saldi e immacolati. Ancora una volta, profondamente felici.

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