La bellezza è negli occhi di chi contempla

Giovedì della III settimana

Giovedì della III settimana

Giovanni 6, 16-21
In quel tempo. Venuta la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.

 

 

Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Qui i discepoli non sono in una situazione di ansia o paura o disperazione. Sono, invece, in una situazione di fatica, di grande fatica.
Pare un po’ la situazione in cui molte volte si trova la “barca” della Chiesa: sia la Chiesa universale, sia le nostre comunità.

La direzione verso cui muoversi è chiara.
Lo scopo anche: Gesù ha appena saziato le folle con cinque pani, le folle vogliono farlo re, ma Gesù e i discepoli devono fuggire dalla tentazione della ricerca del potere quale strumento per realizzare la missione.

Siamo tutti insieme sulla barca e tutti ci stiamo dando da fare.
Ma le resistenze che incontriamo sono forti e il percorso procede a sbalzi, su e giù tra le ondate.
E i nostri sforzi sono poco produttivi. Come tante volte ci capita di ripetere nei nostri incontri di verifica.

Gesù si fa loro incontro: ma i discepoli (e noi) sono (siamo) così concentrati sullo sforzo di superare da soli le difficoltà, che ci sconvolge la novità imprevedibile della manifestazione di Gesù. E qui, ci si spaventa davvero!! Ritrovano la serenità solo dopo avere recuperato la relazione con Gesù.

Loro vogliono prendere Gesù nella barca, ma non è più necessario, perché la barca tocca la riva alla quale erano diretti. Giungono al porto desiderato. Il Salmo dice: “Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare. Si rallegrarono nel vedere la bonaccia ed Egli li condusse al porto sospirato“. (Sal 107, 29-30)

 

Preghiera 
La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini.
Lo esaltino nell’assemblea del popolo, lo lodino nell’adunanza degli anziani.
Colui che getta il disprezzo sui potenti li fece vagare nel vuoto, senza strade.
Ma risollevò il povero dalla miseria e moltiplicò le sue famiglie come greggi.
Vedano i giusti e ne gioiscano, e ogni malvagio chiuda la bocca.
Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l’amore del Signore.

(dal Salmo 107)

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