La bellezza è negli occhi di chi contempla

Germoglio: il fiore di domani

Germoglio: il fiore di domani

Qualche tempo fa abbiamo chiesto ai ragazzi di catechismo dove sentissero nel loro quotidiano la presenza di Dio.
Abbiamo deciso di interrogarci per una settimana, annotando i momenti in cui abbiamo percepito la sua presenza.
Dopo qualche giorno, in ospedale nel reparto di neonatologia ho conosciuto il piccolo Francesco.

…L’ambito infantile ad allora era un posto nuovo per me. Ero appena rientrata al lavoro e fino a quel tempo ero stata solita prendermi cura degli adulti malati.. o meglio.. spesso e volentieri di grandi adulti, degli anziani.
Con loro mi è sempre stato facile vedere Dio. In quei corpi vissuti, talvolta stanchi e sofferenti, a volte soli, che chiedevano aiuto per tutto, per mangiare, per bere anche solo un bicchiere d’acqua.. per alzarsi… o per ricordarsi dove fossero e cosa gli fosse successo! Forse ho sempre avuto un’inconscia predilezione per loro, sicuramente anche perché ho avuto la fortuna di vivere, fino a poco fa, sempre accanto a mio nonno.

Con i piccoli bimbi è diverso! È un mondo nuovo, tutto da scoprire! Sicuramente penso che partano avvantaggiati.. perché in grado di suscitare tenerezza a chiunque!! Ma prima di ricominciare con loro mi ero detta: “chissà se Lo percepirò con tanta spontaneità anche qui!” E subito dopo qualche giorno ho incontrato Francesco e il mio cuore pian piano si è riempito di amore.

Lui era un piccolino di pochi giorni, che a differenza degli altri bambini, è stato sempre costantemente con noi infermiere. Mi hanno spiegato che la mamma dopo il parto ha deciso di non riconoscerlo, lasciandolo qui.
Ho provato un forte senso di tristezza e di dispiacere.
In quel momento si era svegliato e il dolce vagito dei neonati ha riempito la stanza!

L’ho preso in braccio, stringendolo forte a me, intanto che la mia collega preparava il latte.
Aveva due occhioni grandi e un cuore che batteva velocissimo. La mia collega ha aggiunto che la mamma aveva deciso di lasciarlo qui in quanto era una giovanissima ragazzina e insieme a sua madre non si era sentita di tenerlo con sé.
In un attimo dentro di me ho sentito che qualcosa cambiava, completamente.
Avrei voluto cullarlo il più a lungo possibile. Ma dopo qualche minuto la mia collega, sorridendomi con gli occhi, mi ha allungato le mani per prenderlo. L’ ha cambiato, mentre gli parlottava con tanto affetto. E intanto che se lo coccolava per bene gli ha dato il latte, che in un attimo è subito finito dal vorace piccolino!

Beh… come potevo non aprire il cuore e apprezzare in tutto questo la Sua presenza!!!
Pensavo al grande coraggio che ha avuto la ragazzina a scegliere di portare a termine la gravidanza indesiderata.
Proprio oggi, in un tempo in cui con tanta facilità e rapidità ti propongono la strada più veloce e apparentemente meno problematica.

Alle fatiche di farsi notare dagli altri con il pancione, a tutti i sentimenti di paura, forse di rimorso che avrà provato. Pensavo al dolore del parto. E all’attimo dopo in cui ha scelto di lasciarlo.
Anche se tanto giovane, non posso non pensare alla sofferenza che si porterà dentro da qui in avanti.
Lo vedo nella speranza che questa ragazzina ha deciso di dare a questa nuova creatura.
Nell’affetto che il piccolo Francesco ha ricevuto in ospedale.
Nel desiderio di chissà quante coppie di poter adottare bambini per far si che ricevano amore in un nido famigliare.
Lo vedo nella nuova mamma e nel nuovo papà che hanno deciso di donargli tutto il loro amore portandolo a casa!!!
E lo vedo anche in tutte quelle persone che sono di supporto in queste situazioni.

Penso ad una mia cara amica che collabora con l’associazione Papa Giovanni XXIII, ascoltando le mamme che ancora non hanno preso una decisione in merito alla continuità di una gravidanza… prego che non si sentano sole e che abbiano il coraggio di cercare aiuto per riempire ancora il mondo di “belle notizie” e della Sua presenza!!

Giulia

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