La bellezza è negli occhi di chi contempla

Come un pozzo profondo

Come un pozzo profondo

Ci sono situazioni che sanno essere come il secchio di un pozzo. Sanno attingere in profondità, in quei luoghi bui e invisibili, quei luoghi di difficile accesso, spazi preziosi e quindi protetti.

Le situazioni-secchio: occasioni preziose.

Proprio di recente ho avuto la possibilità di essere spettatrice di quel secchio che scende in profondità, in alcuni istanti anche in modo un po’ faticoso e rocambolesco, e poi risale pieno di nuova linfa e possibilità di ristoro.

Io e le mie compagne di teatro siamo state invitate a presentare il nostro spettacolo “Kintsugi – ovvero donne (libere) si diventa” di fronte ad un nutrito gruppo di studenti delle scuole superiori. Gli adolescenti, da tempo presenti nella mia lista “situazioni da evitare”. “Ma tanto loro non capiranno!”, “ma tanto loro non ascolteranno niente!” erano solo alcuni dei pensieri che mi abitavano prima di andare in scena. E nei primi momenti di spettacolo hanno trovato conferma: risatine, commenti, disattenzioni…

Ma poi! Ma poi è successa quasi una magia.

Noi cinque attrici e loro, quell’ammasso di giovani corpi, ci siamo ritrovati uniti in un incontro di anime. Quei ragazzi erano sul palco insieme a noi, con i loro sguardi e i loro cuori incollati ad ogni nostra parola e ad ogni nostro movimento.

Il nostro Kintsugi è arrivato: fragilità, umanità, lotte, accettazione, rinascita. I ragazzi hanno respirato e fatto proprio quel messaggio potente “tu puoi”, o forse ancora di più “insieme possiamo”.

E così a fine spettacolo ci siamo ritrovate immerse nel grande dono di sostenere un confronto con il nostro pubblico. Tra le lacrime e le emozioni, diversi studenti hanno coraggiosamente preso parola e hanno fatto risalire quel secchio, per noi e per tutti. Era carico di lotte quotidiane, di fatica ad accettarsi e a sentirsi accettati. Era strabordante di paura per il futuro, di sensi di colpa, di domande, fragilità, incertezze. E le gocce più preziose erano intrise di speranza.

Come mi sono sentita? Tramortita. Stesa. Incredula. Grata, tanto tanto grata.

Credo di essere stata io quella che ha assistito ad uno spettacolo.

Silvia C.

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