La bellezza è negli occhi di chi contempla

Animazione

Animazione

Animazione. Mi sembra una parola così lontana dalla mia vita. Ormai è anni che non faccio l’animatrice in oratorio.

Si cresce, si inizia a lavorare, si fa famiglia, le priorità diventano altre, insomma. E invece, pensandoci bene, dico che non si finisce mai di essere animatore/animatrice. Il cuore di questa parola è ANIMA, mica male. Il centro, il cuore, appunto. Penso, quindi, che un buon significato di animazione sia cercare il cuore delle cose per farle “battere”.

Nei più svariati modi.

In oratorio ciò che dà vita è la gioia dei bambini e dei ragazzi che giocano, che imparano a vivere in fraternità, che imparano a cadere e a rialzarsi. A vincere e a perdere. L’animatore è colui che permette tutto questo.

Anche fuori dalle quattro mura dell’oratorio si può fare, per esempio nella propria professione. Sono infermiera, e nel mio lavoro, forse, tutto ciò si può tradurre in altro, anche se non è facile. L’anima, il cuore di una relazione con una persona malata, come con tutte le persone, penso sia l’accoglienza di quello che è, di quello che sta vivendo. Nella semplicità, nella verità, nel dolore, nella speranza. E l’empatia, il “soffrire con”.

Come si fa? Lo imparo e lo scopro ogni giorno. L’esempio ce l’abbiamo da Colui che si è fatto uomo per stare tra gli uomini. Colui che ci dà da mangiare quando siamo affamati, da bere quando abbiamo sete. Ci veste quando siamo nudi, ci viene a trovare quando ne
abbiamo bisogno. Un infermiere perfetto Gesù.

Quindi, un modo per continuare a essere animatori nella vita? Cercare il cuore delle cose e farle battere.

Elisa

NB 1: quest’anno il motto è “Batticuore”…chissà se Elisa lo sapeva già quando ha scritto questo suo pezzo…..

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