La bellezza è negli occhi di chi contempla

ALLEGRIA

ALLEGRIA

Ma l’amaro che c’è in me sarà mutato in allegria” (Claudio Chieffo)

Non abbiamo forse bisogno che ciò sia vero nella nostra vita?! Non cerchiamo forse tutti una gioia piena che sostenga il nostro cuore anche in mezzo alle tribolazioni?! Non una vaga spensieratezza o un sorriso posticcio sopra un animo triste, non una ostentazione di una fasulla felicità affidata all’avere. Ma qualcosa che sia la ragione di tutto. Noi desideriamo una felicità piena, che raggiunga gli angoli bui della nostra vita, che sia lo scheletro che sostiene il passo, la parola, l’abbraccio al mondo.

L’allegria allora non è preclusa a nessuno, perché è un dono ricevuto nell’incontro che ci restituisce una certezza nonostante la nostra fragilità.

Che bello stare con gente allegra, capace di ridere, di fare festa, che bello stare con chi vive allegramente, che bello scavare quell’allegria e scoprire che non si esaurisce appena sotto la crosta, ma
viene dalla profondità del cuore, che bello desiderarla anche per sé: desiderare anche per sé quell’incontro che fa zampillare allegria.

“Io sono pieno di gioia nella mia tribolazione” scriveva San Paolo.

Noi vorremmo vivere così, richiamandoci ad essere allegri, non superficiali o scioccamente ilari, ma pienamente allegri. E chissà che non sia la chiave anche dell’educare le giovani generazioni, perché come diceva Baden Powell: “chi si occupa di ragazzi è sempre meglio sia un compagno allegro invece di essere un sorvegliante”. La gioia attira, non fosse altro che per scoprire da dove arriva.

Anna e Stefano

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