Presso la piscina al cieco si sono illuminati gli occhi e fu l’inizio di un cammino interiore.
Del suo guaritore, colui che era stato cieco prima dice “l’uomo che si chiama Gesù”, poi dirà: “E’ un profeta”. Poi, davanti a lui: “Credo, Signore”.
Forse qui è delineato il percorso a tappe della fede. Tappe di avvicinamento senza le quali, senza averlo conosciuto come uomo e profeta, dire che è il Signore sarebbe come dargli un nome senza colore.
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