La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il tempo di Quaresima

Il tempo di Quaresima

Il mistero della Pasqua” illustra il secondo grande itinerario del Lezionario ambrosiano e comprende il tempo di Quaresima, la Settimana santa e il Tempo di Pasqua fino alla solennità di Pentecoste.
Il tempo di Quaresima, poi, inizia con la suggestiva liturgia del congedo dell’alleluia, durante la liturgia vigiliare vespertina e l’ultima proclamazione del vangelo della Risurrezione. È un saluto alla gioia della Pasqua per poterla meglio assaporare dentro la vita e la carità nei confronti dei fratelli, nello scorrere dei giorni. La gioia, infatti, non si oscura o tramonta, per dare spazio ad un tempo tenebroso o sospeso, ma si manifesta dentro l’operosità di chi vive secondo l’agape di Dio. È in questo senso che si possono rileggere le opere di conversione di cui ci è fatto espressamente invito. Non, dunque, l’impegno oneroso a capire quanto si vale o quanto possiamo offrire, ma un cammino verso l’intenerimento del cuore, perché possa meglio accogliere e riconoscere il dono della vita risorta. Si tratta, pertanto, di quaranta giorni che conducono a Pasqua, preparando la Pasqua; di ritrovare ancora un tempo propizio per lasciare spazio alla vita risorta, senza scostarsi di un millimetro dalla vita reale, come dalla comunione tra fratelli.

Le domeniche
Dopo la prima domenica con il brano delle tentazioni di Matteo, che permette di fare i conti con una realtà sempre presente nella vita, il percorso segue l’itinerario del Vangelo di Giovanni, con il particolare intento di offrire una riflessione sul significato del battesimo che i credenti hanno ricevuto o riceveranno in modo significativo la notte di Pasqua. L’avvio è nella seconda domenica con la vicenda della Samaritana, nella quale siamo condotti a riflettere sulla sete dell’uomo e sul dono dello Spirito, mediante il segno dell’acqua viva. La vita del credente nella Chiesa diventa il nuovo tempio nel quale compiere il vero sacrificio in spirito e verità, gradito a Dio. Anche chi è lontano o straniero può ricevere questo dono che corrisponde in modo inatteso e smisurato al suo desiderio.
Nella domenica di Abramo l’aspra disputa di Gesù con i Giudei permette di sostare sul tema dell’identità dei figli di Dio. Chi sono i figli di Dio e dove nascono? È la libertà dei figli quella che è data in dono nel Battesimo, quella che vince ogni schiavitù, ma che, insieme, può essere sempre drammaticamente rifiutata, come nel caso dei Giudei che pure «gli avevano creduto». Oltre all’invito alla riflessione sul dono è importante sostare su quello della responsabilità per custodirlo e tenerlo in vita. Ogni chiusura presuntuosa può tramutarsi in rifiuto e infine in violenza.
Con la domenica del Cieco è il tema dell’illuminazione che ripresenta il dono del Battesimo. Il tema trova le sue radici nella grande riflessione dei Padri. «Il cieco nato rappresenta il genere umano, che fu colto dalla cecità nel primo uomo quando peccò. Come la cecità ebbe origine dall’infedeltà, così l’illuminazione nasce dalla fede». Così commenta Agostino. Le tenebre che avvolgono la vita dell’uomo sono rischiarate dalla luce di Dio, mediante il dono della fede. Questo è ciò che accade al cieco nato e che gli altri, pur vedenti, non riescono a vedere. La novità della vista restituita al cieco, infatti, nel resoconto finissimo di Giovanni, non è solo la grazia del vedere, ma ancora di più di riconoscere il Messia che parla con lui. Lavata la faccia del cuore, il cieco può riconoscere e credere nel Figlio dell’uomo. La domenica di Lazzaro manifesta, infine, il frutto buono della vita nuova avviata dal battesimo: è la vita nuova che strappa il sudario della morte e libera dal sepolcro. A questa vita Lazzaro, come nel Battesimo, è chiamato per nome.
Accanto al percorso dei vangeli, che costituisce anche la traccia più antica della particolarità della liturgia ambrosiana è stato rinnovato un ciclo triennale di letture e epistole. L’intento però è rimasto fedele all’idea di offrire una meditazione sul tema esodico del viaggio di quaranta giorni e quaranta notti.

I giorni feriali
Il percorso feriale segue la proposta di un doppio ciclo di letture tratte da Genesi e Proverbi. L’ascolto del vangelo prende, invece, avvio dal celebre Discorso della montagna, fino alla quarta settimana di Quaresima. Il nuovo Mosè che proclama la nuova Legge senza abolire, ma dando compimento alla prima, si annuncia proclamando il mistero del Regno, attraverso le Beatitudini. Esse ci insegnano a leggere le situazioni di vuoto, di pianto, di fatica, come luoghi pieni di Dio, della sua giustizia, del suo bene che non viene mai meno. Le beatitudini, in tal modo, inaugurano il cammino quaresimale, dischiudono dei sentieri. Ci dicono che non si apre una ricerca astratta di Dio al di là del cielo, ma la scoperta di Lui, nel cuore dei giorni, nei vuoti che a malapena attraversiamo e nella semplice dedizione che mettiamo nel nostro agire. Dalla quinta settimana, l’ascolto dei vangeli segue con la serie degli annunci della passione, che ormai, preludono la settimana santa. La liturgia, in tal modo, predispone agli eventi ormai imminenti della passione e morte di Gesù. Con la domenica delle Palme inizia la settimana autentica che culmina nella celebrazione del Triduo pasquale.

Don Cristiano, assistente AC

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