La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Luigi Gonzaga

s. Luigi Gonzaga

 Luca 4, 16b-22b

In quel tempo. Secondo il suo solito, di sabato, il Signore Gesù entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

 

 

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

 

per questo mi ha consacrato con l’unzione

 

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

 

a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;

 

a rimettere in libertà gli oppressi

 

e proclamare l’anno di grazia del Signore».

 

 

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

 

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

#unzione #annuncio #salvezza 

Gesù torna a Nazareth. Nella sinagoga legge alcuni passi dal rotolo del profeta Isaia dove si parla di un’unzione che attribuisce un incarico in nome di Dio. Nell’antico Testamento l’olio era usato per incoronare i re, consacrare i sacerdoti e proclamare i profeti. Lo stesso termine “Messia” significa “unto”. In questo caso però l’unzione individua un mandato molto più importante: in Gesù, Dio incontra gli uomini in modo diretto e dona loro la propria vita.

Tutti gli occhi erano puntati su di lui e possiamo pensare che fossero sguardi inizialmente ben disposti. Con le parole di Isaia, Gesù spiega il volto di Dio che è credibile perché mostra la sua vicinanza a chi soffre, è fragile ed emarginato. Ci mostra il volto di Dio che vuole la libertà ed il bene per tutti i suoi figli e che proclama un anno di grazia.

Il cuore del cristianesimo è un annuncio di salvezza e di amore che vuole raggiungere anzitutto chi è più in difficoltà e i cristiani sono chiamati a prendere parte attivamente a questo annuncio: la fede diventa credibile se è capace di non girarsi dall’altra parte davanti al dolore, proprio e degli altri.

Oggi le parole di Gesù sono rivolte ad ognuno di noi così come siamo, nella situazione in cui ci troviamo. L’amore di Dio ci raggiunge anche se non siamo in una condizione spirituale perfetta o siamo di fede fragile, anche se non sappiamo pregare, se siamo egoisti o pigri: affidiamoci alla Parola, lasciamoci “travolgere” da essa e dalla sua grazia.

Porta sempre con te una parola del vangelo che hai ascoltato!

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