La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Giovanni I; ss. Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa

s. Giovanni I; ss. Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa

Gv 12, 20-28
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».

 

Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

 

 

Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.

 

In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

 

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

 

 

Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.

 

Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

 

Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».

 

 

Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

Nella pagina di Vangelo di oggi Gesù pone l’attenzione su quale sia lo stile da adottare nella nostra esistenza per giungere alla pienezza.

Ci invita a riflettere sul fatto che per poter raggiungere la felicità è necessario accettare di “morire” per poter portare frutto.

Si tratta di una sottolineatura che permette di capire che il Dio, che Gesù è venuto ad annunciare, chiede all’uomo di farsi dono per gli altri.

Si tratta di un messaggio controcorrente che va a scontrarsi con la mentalità umana che tenderebbe a risparmiare la propria vita, a non sprecarla, come invece fece Maria di Betania suscitando la reazione di Giuda. Gesù ci mostra che l’unica via è quella di farsi offerta per il bene di chi incontriamo lungo il nostro cammino.

Gesù è dirompente e ci invita a superare l’idea che la via della Felicità sia quella del successo e non quella del compimento della propria vocazione.

Mi torna alla memoria una riflessione del professor Petrosino che in un suo articolo afferma:

“uno dei grandi valori che ci viene continuamente proposto, anzi imposto come autoevidente, come non necessario di riflessione, come naturale e dunque neutrale, è quello che identifica il compimento con il successo” (Articolo Conformismo e anticonformismo).

Chiediamo a Gesù di mandare su di noi lo Spirito Santo a guidare i nostri passi e proviamo a recitare la preghiera di Salomone che chiede al Signore la Saggezza per compiere la sua Volontà:

Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito.

Essa infatti tutto conosce e tutto comprende, e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria. (Sap 9.10-11)

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