Luca 21, 34-38
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi.
E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.
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Quali sono le distrazioni e gli affanni della vita che ci appesantiscono il cuore?
Quali sono le tentazioni di tutti i giorni che ci prendono tempo, ci distraggono, quali sono le tante possibilità che abbiamo e che riempiono il nostro tempo, i nostri spazi ma non il nostro cuore?
Siamo fortunati, abbiamo tutto, ma corriamo costantemente il rischio di perdere di vista ciò che più conta; se ho lo sguardo sul telefono, non posso incrociare gli sguardi degli altri, se ho nelle orecchie la mia musica non posso sentire la voce degli altri, se sono con la mia macchina non posso condividere i viaggi degli altri.
I nostri cuori si appesantiscono? Di sicuro si distraggono! Di sicuro perdono occasioni di gioia, perdono momenti di fraternità.
Gesù viveva con intensità le sue giornate e sapeva essere tutto per gli altri perché forte della sua preghiera notturna al Padre.
Oggi la Chiesa fa memoria di San Daniele Comboni, che ha saputo abbracciare terre e popoli lontani, grazie al suo amore per Gesù.
Affidiamo questa giornata a Dio perché il nostro sguardo sia alto, la nostra mente sia libera dagli affanni, i nostri incontri siano autentici e il nostro cuore sia colmo di preghiera fiduciosa al Padre.


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