A pochi giorni dall’anniversario del 7 ottobre, dopo un anno di violenza e dolore nel seguire giorno dopo giorno il genocidio e la sofferenza del popolo palestinese (e ora libanese) per mano dello Stato di Israele, tutto attraverso lo schermo dei nostri telefoni, è difficile parlare d’altro. O almeno, anche nel farlo, la mente resta sempre in parte occupata. E preoccupata.
Come Comunità Pachamama abbiamo da sempre seguito le storie e la Storia che si intrecciavano in quelle terre, dove alcuni di noi hanno anche viaggiato e vissuto, dando spazio all’interno dei nostri eventi in Villa Restelli ad Associazioni e amicə che, a diverso titolo, lavorano per la pace e la giustizia.
Come di recente ha ricordato anche Greta Thunberg in occasione dello sciopero per il clima venerdì 11 ottobre a Milano:
“La lotta per la giustizia climatica è una lotta contro le industrie dei combustibili fossili e la distruzione dell’ambiente, tanto quanto è una lotta contro le industrie delle armi, la militarizzazione e l’eccessiva estrazione delle risorse naturali nelle comunità delle aree più colpite. Il
movimento per la giustizia climatica deve essere un movimento decoloniale, anticapitalista, antifascista, che combatte contro il genocidio oltre che l’ecocidio, che pretende la liberazione e la giustizia per tutti, e un sistema che metta le persone e il pianeta sopra il profitto”.
A settembre abbiamo ospitato in Villa Restelli la terza edizione del Piccolo Festival di Cinema Palestinese, insieme ad Associazione Covo e Area 101. Oltre alla proiezione di alcuni cortometraggi, selezionati grazie al prezioso aiuto del Nazra Palestine Short Film Festival, abbiamo ospitato la presentazione del libro “I dannati della Terra Santa” con l’autrice Monica Macchi, dialogando poi con lə amicə dell’associazione milanese Casa per la Pace, cui abbiamo devoluto le offerte raccolte.
Il 17 ottobre invece, insieme a Varese Possibile, dialogheremo con il giornalista e autore Raffaele Oriani, in una serata dal titolo “Gaza: come parliamo di Guerra?”. La nostra speranza è come sempre quella di creare occasioni che siano spazi di conoscenza, confronto e consapevolezza collettiva, provando ad essere presenti e far sentire la nostra voce, anche in tempi in cui, per aver esposto uno striscione in cui si chiede la fine della violenza, si prende una multa per “propaganda politica non autorizzata”, come accaduto all’apicoltore Marco Borella.
Riprendendo Thunberg: “anche se il mondo cercherà di zittirci noi torneremo ancora più forte, perché c’è in gioco tutto. Non può esserci giustizia climatica su terre occupate“.
Rossella (Comunità Pachamama)
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