Matteo 26, 1-5
In quel tempo. Terminati tutti questi discorsi, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».
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“tra due giorni è Pasqua”: ci inoltriamo nella Settimana Autentica tenendo fisso lo sguardo su Gesù.
La Pasqua ci ricorda la liberazione dalla schiavitù e dalla morte.
Da quale egiziano che è dentro di noi dobbiamo essere liberati?
C’è una Pasqua da preparare, un dono da accogliere.
Cosa vuol dire per me preparare la festa?
Ci facciamo aiutare dalle due letture che ci mostrano due possibili proposte.
Ci avviciniamo al momento della morte di Gesù in croce con la fiducia nel cuore, la stessa che fa dire a Giobbe “io so che il mio Redentore è vivo”.
Gli affidiamo tutte le situazioni di fatica che stiamo vivendo.
Tobia nel suo viaggio è accompagnato da Raffaele che dà alcune indicazioni. Quei consigli che una persona ci offre sono espressione di fiducia nei nostri confronti, da conservare nel cuore per riprenderli al tempo opportuno. Pasqua vuol dire fare memoria degli Angeli che accompagnano la nostra vita.
Ci soffermiamo a pregare per loro.
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