La bellezza è negli occhi di chi contempla

Martedì della III settimana di quaresima

Martedì della III settimana di quaresima

Matteo 6, 16-18
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

 

Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Digiuno viene usato solo per le “diete”, sembra così lontano per noi usarlo per la preghiera e per il colloquio con Dio, eppure non è un caso che venga messo proprio oggi, subito dopo il Padre Nostro e che Gesù e papa Francesco ce lo richiamino come strumento per la preghiera.

Il digiuno è una pratica antica di tante religioni.
Il digiuno è ricordare, nella carne e non solo nella memoria, i nostri limiti e i nostri bisogni e condividerli con altri; è riscoprire la parte più vera di noi stessi: chiamati a purificare l’aria, a purificare noi stessi e gli altri.

Come le foglie che nel loro silenzio si lasciano abbracciare dal sole e con l fotosintesi trasformano l’anidride carbonica in ossigeno.
Anche noi digiunando e pregando, siamo chiamati a trasformare noi stessi e a farci strumenti di luce, di pace, di aria pulita.

Preghiera
Conducimi tu, luce gentile,
conducimi nel buio che mi stringe,
la notte è scura la casa è lontana,
conducimi tu, luce gentile.
Tu guida i miei passi, luce gentile,
non chiedo di vedere assai lontano
mi basta un passo, solo il primo passo,
conducimi avanti, luce gentile.
Non sempre fu così, te non pregai
perché tu mi guidassi e conducessi,
da me la mia strada io volli vedere,
adesso tu mi guidi, luce gentile.
Io volli certezze dimentica quei giorni,
purché l’amore tuo non mi abbandoni,
finché la notte passi tu mi guiderai
sicuramente a te, luce gentile.
(Card. John Henry Newman)

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