La bellezza è negli occhi di chi contempla

Lunedì II settimana di Quaresima

Lunedì II settimana di Quaresima

Mt 5, 27-30
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da
te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».

Per l’ennesima volta Gesù non vuole accontentarsi della superficie, dell’interpretazione letterale della Legge proposta dagli scribi (“avete inteso che fu detto”), ma scende nel cuore umano per smascherare e svelare le contraddizioni e le ambiguità che si celano e che si alimentano lentamente giorno dopo giorno nelle sue profondità.

Ci mette in guardia, perché la forza di pensieri reiterati ed indirizzati verso desideri di peccato, (etimologicamente inteso, nel senso che ci fanno “mancare il bersaglio”) non sono così neutri e facilmente gestibili come ci piacerebbe credere, ma creano schemi, atteggiamenti, sguardi e azioni che lentamente, ma inesorabilmente, tessono la ragnatela che più avanti ci intrappolerà nei nostri stessi errori.

Proprio per questo, con veemenza e come provocazione paradossale Gesù ci invita piuttosto a tagliare fisicamente ciò che è fonte del nostro smarrimento (occhio e mano) perché rivolto laddove non dovrebbe. Infatti, nel caso dell’adulterio,
questi comportamenti, anche solo pensati, vanno a violare una realtà sacra che è la relazione coniugale dell’altro e di noi stessi con i rispettivi mariti e mogli.

“Purificami o Signore: sarò più bianco della neve, Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nel tuo affetto cancella il mio peccato e lavami da ogni mia colpa, purificami da ogni mio errore.”
(A. Martorelli – J. Gelineau)

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