La bellezza è negli occhi di chi contempla

Lo Spirito Santo come il respiro di Dio

Lo Spirito Santo come il respiro di Dio

Che meraviglia questo tempo di Pasqua, non trovate?! La Chiesa ci invita, domenica dopo domenica, a non smettere di far festa e a continuare a gioire per la Resurrezione del Signore e grazie al dono dello Spirito Santo noi possiamo tenere viva la certezza della Resurrezione.

Lo Spirito Santo è l’ultimo dono che Gesù Risorto affida a coloro che credono nella sua parola, come abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo di oggi.

Lo Spirito che rimane come compagno della vita di ogni giorno, è Spirito di Verità: è Lui che ci aiuta a ricordare le parole di Gesù, è lui che ci sostiene nella decisione di vivere secondo il Vangelo.

Questo amico speciale, sgorgato direttamente dal cuore di Dio Padre, non è facile da vedere e riconoscere: poiché è invisibile, il mondo non si accorge di lui e si comporta come se non esistesse.

Sapete, questo è un rischio che corriamo spesso, noi essere umani: siamo così abituati a percepire il mondo attraverso le cose che vediamo con gli occhi, che facciamo fatica a ricordare che esistono intorno a noi tante cose che sono vere, reali, attive, anche se non visibili. Per esempio, il nostro respiro. Tutti respiriamo, siamo circondati dal respiro degli altri esseri umani, di animali e piante, ma il respiro è invisibile, e allora sembra che non ci sia. Il respiro ci dà vita, ma è così leggero e invisibile che non gli badiamo. Siamo talmente abituati a respirare che ce ne ricordiamo solo quando ci manca il fiato, solo quando ci sembra che il respiro stia venendo meno.

Un altro esempio sono le onde radio, che sono sempre intorno a noi, perché fanno parte dei raggi del Sole che raggiungono il nostro pianeta, ma finché non accendiamo lo strumento adatto per captarle, non ce ne accorgiamo.

Possiamo dire che per lo Spirito Santo capita un po’ la stessa cosa: è con noi, sempre. Ci avvolge, ci circonda, ci accompagna, ma finché non ci facciamo attenti alla sua presenza, non ce ne accorgiamo. Finché non usiamo lo strumento dell’attenzione e della preghiera, rimane un compagno silenzioso e invisibile. Quando ci rivolgiamo a Lui, e quindi ci rendiamo consapevoli della sua presenza, ecco che cominciamo a riconoscerlo. Lo percepiamo nei buoni desideri che si affacciano nel cuore; nei pensieri di pace, di amore, di generosità che vediamo sbocciare in noi. Lo riconosciamo nella capacità di perdonare che riscopriamo presente in noi. Lo individuiamo nello stupore che ci invade davanti alla bellezza della natura. Altre volte, lo Spirito Santo si rivela a noi nell’abbraccio e nelle coccole delle persone che ci vogliono bene. Allora sì, che non è più un dono invisibile, ma concreto e presentissimo nella nostra vita! Per questo il Signore Gesù afferma: “Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.”

Noi lo conosciamo, questo amico Spirito Santo ma dobbiamo solo imparare ad accorgerci di Lui.

Mi piace molto l’immagine dello Spirito Santo come il respiro di Dio: vuol dire che è inseparabile da Lui. Così, quando ci lasciamo avvolgere dallo Spirito Santo, siamo immersi nel respiro di Dio: possiamo respirare insieme a Lui, essere una cosa sola con Lui.

Ogni volta che ci lasciamo immergere nel soffio dello Spirito Santo, possiamo entrare nel respiro di Dio, starcene abbracciati con Lui, cuore a cuore.

Un’ultima importante sottolineatura da fare sul brano di Vangelo di oggi: esso inizia e finisce con lo stesso invito, anche se espresso con parole leggermente differenti.

Nelle prime righe, il Maestro Risorto ricorda: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. Al termine del discorso, proclama ancora: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.”

Quando Gesù ripete più di una volta la stessa cosa, è perché la ritiene veramente importante. Ci facciamo quindi particolarmente attenti perché il nostro Maestro ci sta dicendo che il modo concreto, autentico, per dimostrare il nostro amore verso di Lui, consiste nell’osservare i suoi comandamenti. Non basta dirgli a parole che gli vogliamo bene, servono le azioni, i gesti della nostra vita. Per dimostrargli il nostro amore, occorre che le nostre scelte di ogni giorno, i nostri comportamenti, seguano i suoi comandamenti. C’è una parolina piccola, ma importantissima, che il Signore Gesù scandisce chiaramente: miei. I miei comandamenti. Non sta parlando dei comandamenti che Mosè ha ricevuto sul Sinai, ma sta parlando proprio dei suoi comandamenti, che sono racchiusi nell’invito ad amare.

Attività per la settimana:

Cerco di vivere attento alla presenza dello Spirito Santo accanto a me, impegnandomi a vivere ogni giorno il comandamento dell’amore.

Se vuoi, puoi colorare anche l’immagine che trovi in apertura

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