La bellezza è negli occhi di chi contempla

Il valore di un monitor

Il valore di un monitor

La versione di word che ho sul computer mi ha sempre dato qualche problemino, ma questa volta ha proprio bloccato un file davvero importante.

E’ vitale cercare velocemente qualcuno che riesca a risolvere questo problema e trovarlo subito!

Mi ricordo di Francesco, un ingegnere in pensione della mia parrocchia, ancora  in ottima forma mentale, ma soprattutto amante della scienza informatica da non provare nessun timore a calarsi nei meravigliosi e attraenti meandri dei softwares in cerca di nuove sensazioni che la sua innata arguzia coglie sempre come stimolati avventure.

Sì, Francesco è l’uomo giusto per il mio problema oggi.

Ma, purtroppo, so anche come Francesco possa dedicare solo un tempo limitato alle mie necessità poiché, da qualche anno, è coinvolto nel seguire con ammirevole cura la sua amata moglie la cui mente non riesce più ad esprimersi come dovrebbe: è ormai persona bisognosa di tanto affetto morale e materiale e di una presenza costante al suo fianco.

Tuttavia sapendo come Francesco ami le sfide, gli ho telefonato ugualmente, questa mattina; l’invito per il primo pomeriggio si è concretizzato dopo poche parole.

Arrivo nel suo studio dove, sulla scrivania, troneggiano due computers Apple (si, non uno ma due: per lavorare in simultanea !), mi siedo e subito colgo vicino ai due schermi anche un piccolo monitor dove,  in bianco e nero, campeggia l’immagine della sua cara compagna che sta schiacciando, serena e tranquilla, il pisolino pomeridiano nel letto posto nella stanza in fondo al corridoio della loro ampia abitazione.

Chiedo a Francesco il perchè di questa sorta di “grande fratello” e lui – con risposta quasi fanciullesca – mi dice che il piccolo monitor è un dispositivo normalmente acquistato dai genitori di neonati per monitorare e controllare da lontano il sonno dei loro pargoletti quando loro genitori, stanchi di una giornata di impegno e di lavoro, si riposano sul divano.

Miracoli e servizi della tecnologia!!

Io – aggiunge Francesco – ho pensato di utilizzare questo “marchingegno” per controllare e seguire la mia anima gemella in ogni momento della giornata nel quale, per miei impegni di varia natura e per la mia vita casalinga, non posso essere fisicamente al suo fianco; con questo dispositivo lei è sempre vicino a me e io posso rendermi conto delle sue necessità, anche da remoto, per non farle mancare nulla.

Abbozzando il sorriso furbetto che sbuca nel mezzo della sua bianca barba da uomo saggio, Francesco sembra compiacersi della sua brillante idea; da un lato essa gli dà tranquillità e serenità, permettendogli di accudire la moglie nel più veloce dei modi e consentendogli, al tempo stesso, una certa libertà, dall’altro dice la sua capacità creativa in grado di farsi beffa in maniera eccellente degli ostacoli che la malattia della moglie vorrebbe quotidianamente porgli di fronte.

Un grande! Bellissimo.

In più io personalmente comprendo che ciò che mi affascina di quel piccolo monitor, con il suo bianco-nero anni sessanta, è la cura che esprime; una concreta testimonianza di affetto verso la compagna della vita la quale può così rimanere – pur con i gravi limiti che l’affliggono – continuamente sotto la lente del suo amore.

Davvero la condivisione e la solidarietà nell’amore non hanno confini decretando la saldezza dell’unione al di là di ogni pur faticosa e dolorosa contingenza.

La genialità e la forza di questo monitor sono davvero un segno della volontà di non arrendersi alle problematiche, ma al tempo stesso racchiudono aspetti di sentimento, di emozione, di premura che mai avevo immaginato potessero così ben essere esemplificati da un oggetto che assurge così a simbolo di cura affettiva e amorevole.

Intuisco come il piccolo dispositivo sia ben lontano dal manifestare alcun desiderio di intrusione, di investigazione, di curiosità morbosa quale gli occhi delle telecamere tv che entrano nelle intimità delle persone esercitano e propongono nelle trasmissioni ahimè di tanti palinsesti; il monitor qui si pone invece quale paradigma di un’attenzione dolce proprio perchè continua e garbata, in un certo senso nascosta e segreta, sicuramente non invadente.

Un “occhio” silenzioso che ti segue attimo dopo attimo per il tuo bene, restituendoti alla tua libertà, controllandoti senza fartelo né pesare, né sapere: un “occhio” in grado di affermare: io  sono con te, non ti dimentico.

Se è significativo cogliere nei fenomeni che ci accadono i loro valori intrinseci, ecco allora che credo sia lecito affermare che il piccolo dispositivo giacente sulla scrivania di Francesco rivela una caratteristica tipica dell’umano: l’atto d’amore.

E credo inoltre che mai come in questa circostanza si possa evocare il “pondus amoris” di Sant’Agostino. 

Il grande santo di Tagaste ha parlato di questo “pondus” quale intenzione del desiderio e della volontà dell’uomo che agisce in lui per avviarlo al compito di amore che è proprio della sua essenza.

Agostino parlava esplicitamente dell’amore per il trascendimento in Dio, ma io penso che anche l’amore tra gli umani, se vissuto nella pienezza di condivisione e fedeltà in ogni circostanza dalla vita, possa intendersi come peso vitale che lungi dal configurarsi quale  massa che ti schiaccia, ti permette, grazie alla capacità attrattiva della sua massa, la cura e l’attenzione all’altro.

Che meraviglia: da un problema di software siamo passati ad un problema di fisica …. e di “fisica del cuore”, bellissimo!

Ah, stavo dimenticando: mentre Francesco sistema il mio software non riesco a non guardare nel monitor  il viso sereno della moglie che forse in un sogno accenna un piccolo sorriso, ha compreso davvero che qualcuno veglia su di lei.

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