La bellezza è negli occhi di chi contempla

Domenica di Pentecoste

Domenica di Pentecoste

Gv 14, 15-20
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».

 

“Del Tuo Spirito, Signore, è piena la terra, è piena la terra”: parole del salmo 103 trasposte in canto, mi sgorgano dal cuore!

Non siamo soli! Questa oggi è la prima Buona Notizia!

Il Figlio non ci lascia senza padre, orfani -lo dice Lui (v.18)!- ma ci lascia in dono la comunione vera, tramite lo Spirito, quel difensore consolatore che si china su di noi a proteggerci, rafforzarci, rincuorarci. Senza Spirito non potremmo riconoscere Gesù Signore né conoscere il Padre né i fratelli come dono d’amore (confronta 1 Cor 12,3).

 

Oggi, lasciatemi dire, dovrebbe essere “festa della sinodalità”, e d’altra parte qual è il significato di Pentecoste, come la racconta il brano degli Atti? Tanta gente diversa che vive una comunione profonda e sovrumana, costruita dallo Spirito tramite doni diversi dati a ciascuno, per il bene comune (Atti 2, 7.11)

Noi uomini, se pensiamo di ragionare e fare da soli, non siamo per nulla bravi a pensare “insieme”, camminare insieme diventa ancora più difficile! Avete mai fatto una gita o una camminata con qualcuno? Non è scontato andare allo stesso passo, condividere davvero..

Siamo cresciuti col ritornello “chi fa per sé fa per tre”…mi pare giusto il contrario di quello che lo Spirito viene a donarci (e ancora più celebreremo domenica prossima): la verità del nostro essere sta nella relazione di comunione o amore con gli altri che troviamo sul nostro cammino, quelli scelti (coniuge e amici) e quelli incontrati (vicini, colleghi, compagni di fede,…)

Almeno noi cristiani dovremmo essere “uomini e donne di frontiera“, discepoli in uscita, ferventi nell’arte dell’incontro, mai soddisfatti delle quattro mura tranquille, tessitori di strade condivise, gente dal saluto facile e aperti all’ascolto! (a che punto siamo come Chiesa, invece?)

 

“Ciascuno e tutti” (parole che ricorrono nelle due letture di oggi): mi ricorda il saluto del card Tettamanzi che già chiedeva alla chiesa ambrosiana missionarietà e sinodalità.

 

Chiediamo oggi allo Spirito, durante la Comunione, di riconoscere il dono che ha regalato alle persone che incontriamo nella nostra giornata, poiché ciascuno ne ha uno particolare. Chiediamo di saper portare frutto e condividere il nostro che abbiamo ricevuto fin dal battesimo e dalla confermazione. Invochiamo il dono dell’unità nella pluriformità, secondo quanto amava ripetere il card. Scola.

Pronti a festeggiare e camminare insieme!?

 

NB: mi permettete un’aggiunta “laica” a pochi giorni dal 2 Giugno? invochiamo un vero spirito di unità per la nostra Repubblica, uno spirito di servizio per il Bene comune, un senso di solidarietà vero in linea con la nostra cara Costituzione! Pare quasi una Pentecoste quella avvenuta 76 anni fa!

Vi consiglio questa lettera del nuovo Presidente CEI !

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