La bellezza è negli occhi di chi contempla

Domenica del cieco

Domenica del cieco

La Quaresima continua!

Lasciamoci accompagnare dal Gruppo pedagogico che ha preparato alcuni dei commenti di questa settimana. 

Giovanni 9,1 – 38b

In quel tempo. Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.

 

Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato.

 

Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

 

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

 

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».

 

E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

 

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».

 

Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».

 

Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».

Entriamo nella IV Domenica con il brano del cieco nato, un brano molto denso di spunti di riflessione, tra cui troviamo l’importanza dello sguardo, uno sguardo che si fa dono.

I discepoli si fermano di fronte all’uomo e chiedono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Questo loro atteggiamento richiama anche il nostro modo di vedere il mondo e gli avvenimenti, perché siamo spesso tentati dal cercare una causa, un colpevole.

Gesù però sorprende i discepoli affermando che nessuno ha peccato! Le sue parole arrivano a noi come un rinnovato invito a cambiare sguardo, a guardare alla luce, alla luce della Verità. Gesù ci insegna a vedere in profondità e con umanità perché riesce a “prendere le distanze”, a collocarsi nella prospettiva giusta, riesce ad avere uno sguardo d’amore, che gli consente con intelligenza di incontrare le
persone, vederne la storia e incoraggiarle a rialzarsi.

Per imparare a vedere come Gesù, ci dobbiamo mettere in una posizione di ascolto dell’altro, di noi stessi e degli eventi che ci circondano.

Come possiamo educare il nostro sguardo, soprattutto in questo tempo incerto?

Preghiera
“Benedetti gli occhi
che possono vederti,
o luce pura, o dolce bellezza!
Benedetti i cuori che ti amano,
amore che spegni la sete,
dolcezza che ci protegge!
Benedetti coloro
che hanno fame
e sete di Te.
Benedetti ancor più coloro
che dopo averti incontrato
non avranno più fame né sete.”
Elisabetta di Schönau

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