La bellezza è negli occhi di chi contempla

Corpo

Corpo

Avvicinandosi alla festività del Corpus Domini, riflettere sul corpo ci sembra una grazia grande per prepararci ad accogliere questo mistero.

Oggi più che mai sentiamo la chiamata ad essere un solo corpo come Chiesa, che rispecchi quello di Cristo, e che lo segua, perché Lui il capo e noi le membra dello stesso corpo.
Sentiamo la chiamata a vivere come corpo ferito, accostandoci ai poveri, ai sofferenti, vivendo con loro il dramma delle loro storie, affiancandoci e prendendoci carico come il Samaritano del fratello aggredito dai briganti, spogliato di ogni dignità, sfruttato e talvolta anche venduto.

Accade oggi nelle nostre case, nelle vite di tante persone, afflitte dalla solitudine, dalle malattie o dagli abusi, Accade nelle nostre strade, dove tante donne vittime di tratta vengono vendute per pochi euro come merce e comprate da uomini  “dell´ italia bene” che vogliono placare i loro personali pruriti.
Accade nella vita di tanti fratelli che vivono sotto i portici delle nostre città, costretti a dormire spesso proprio sotto i bancomat dove noi depositiamo i nostri risparmi.
Accade nel nostro Mediterraneo, ormai un cimitero coperto dalle nostre indifferenze.

Ci sentiamo interpellati dal corpo offerto e spezzato di Cristo, che si dona per amore, disposto a subire umiliazioni e violenza pur di salvare la vita dell’amato, purché suo fratello, il figlio di suo Padre, Bar-abbá, possa vivere ed essere benedetto. 
Accade nella vita di tanti che nel silenzio donano la loro vita, il loro sonno, la loro salute per condividere con l’altro la sua sofferenza, tanti padri, tante madri, tanti sacerdoti, tante consacrate, tanti consacrati, tante donne e tanti uomini di buona volontà.
Accade oggi.

Davanti a Pilato non c’è un corpo arreso, ma un corpo che si offre, che si dà, che sceglie la strada più scomoda, la rinuncia di sè per la vita dell’altro, non una rinuncia passiva ma cosciente che quel dono non verrà rifiutato dal Padre, che ciò che si dona viene moltiplicato, ma prima è necessario che si spezzi.

Ci sentiamo parte di quel corpo trasfigurato dall’amore, risorto, corpo nuovo, corpo che riflette i volti degli amati, corpo fatto di altri corpi, formato da molti che restituiscono un volto solo, grazie alla loro unicità. 

San Paolo ci ricorda che molte membra formano un solo corpo, ma nel Risorto è vero anche che molti volti formano un solo volto, per questo i discepoli non lo riconoscono subito perché è volto nuovo, che dice l’amore per tutti i fratelli, per tutti i Figli di Dio.

Accade oggi la necessità di mischiarci, di conoscere, di prendere coscienza di ciò che siamo, di non arroccarci dentro a confini e poteri autoproclamati. Siamo chiamati ad uscire, ad andare verso le periferie, a portare il Suo volto là, dove i poveri lo riconosceranno, dove la Speranza può germogliare e trasfigurare la realtà, perché l’ultima parola non è morte ma Amore.

Alle porte del Corpus Domini allora ci viene da chiederci  quale corpo sono nella mia vita?
Come vivo ciò che mi è dato?
Con quale sguardo guardo il mondo?
Cosa accade oggi nella mia vita?

Martina e Luca 
per la Fraternità Evangelii Gaudium

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